il Punto Coldiretti

Pubblicato il bando per gli incentivi al biogas agricolo di potenza fino a 300kW

Con il via al nuovo bando diventa operativa la norma che incentiva esclusivamente gli impianti di biogas di potenza elettrica non superiore a 300 KW, realizzati da imprenditori agricoli e società agricole, anche in forma consortile. La misura di sostegno introdotta dalla Legge di Bilancio 2019 che, fino al riordino della materia (con l’atteso decreto FER 2), rappresenta una opportunità per il settore zootecnico fortemente sostenuta dalla Coldiretti.

Il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha pubblicato il bando per l’iscrizione a registro, che mette a disposizione altri 25 milioni di euro all’anno di incentivi (su un costo medio residuo di oltre 916 milioni). E dalle ore 9.00 del 10 aprile al 9 giugno renderà disponibile il portale informatico FER-E necessario alla presentazione delle richieste di iscrizione al Registro (obbligatorio per gli impianti di potenza maggiore di 100 kW). Sempre tramite il Portale, dal giorno 10 aprile, sarà possibile presentare la richiesta di accesso agli incentivi per gli impianti in esercizio (di potenza fino a 100kW) aventi diritto all’accesso diretto.

Le regole da seguire per richiedere gli incentivi sulla produzione elettrica da biogas agricolo pubblicato sono contenute nell’aggiornamento delle Procedure Applicative del DM 23 giugno 2016.

A poter richiedere gli incentivi saranno gli imprenditori agricoli, le società agricole, organizzati anche in forma consortile. Gli impianti devono necessariamente far parte del ciclo produttivo di una impresa agricola e/o di allevamento. E se realizzati in aree agricole vulnerabili ai nitrati avranno priorità nella formazione delle graduatorie.

È obbligatorio recuperare l’energia termica dell’impianto di biogas, con esclusione del calore impiegato per la regolazione termica del processo di digestione, per alimentare delle utenze termiche dei processi aziendali.
La biomassa di alimentazione dell’impianto deve provenire da allevamenti, attività agricole dell’azienda agricola realizzatrice o di uno o più soggetti consorziati, ovvero, nel caso di prodotti o colture di secondo raccolto, dai terreni degli stessi.

La tariffa incentivante massima di 233 €/MWh (al netto di eventuali riduzioni) è riconosciuta solo se le matrici che compongono l’alimentazione sono per almeno il 70% reflui e sottoprodotti e il 30% di prodotti di origine biologica (come il sorgo, triticale, loiessa, trifoglio, erba medica, favino, veccia, tabacco, canapa, panico, ecc.), tra cui è ammessa la possibilità di utilizzare un 20% di colture di secondo raccolto. In tutti i casi i requisiti di provenienza e le quantità delle materie utilizzate devono essere verificate dal Mipaaft. Inoltre il Gse verifica le quantità e la provenienza delle biomasse anche sulla base del piano di coltivazione del fascicolo aziendale.

La misura di sostegno introdotta dalla Legge di Bilancio 2019 che, fino al riordino della materia (con l’atteso decreto FER 2), rappresenta una opportunità per il settore zootecnico. La digestione anaerobica degli effluenti zootecnici per la produzione di biogas rappresenta infatti una tecnica ad elevata potenzialità di mitigazione delle emissioni di gas serra degli allevamenti, in quanto da un lato riduce le emissioni di metano nella fase di stoccaggio degli effluenti (soprattutto se anche la vasca del digestato residuale è coperta) e dall’altro produce energia che sostituisce quella di fonte fossile, evitandone la produzione e le relative emissioni di CO2.

E, congiuntamente alle buone pratiche agronomiche per l’utilizzo agronomico del digestato e l’utilizzo di concime organico, rappresenta una soluzione tecnologica per le aziende zootecniche. Inoltre l’utilizzo agronomico del digestato significa maggiore sicurezza nei confronti della popolazione, rispetto allo spandimento di effluenti zootecnici non trattati, per il basso contenuto di microrganismi.

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