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L’Ue chiede di integrare il Piano Energia Clima per ridurre le emissioni

La Commissione Europea ha comunicato le sue valutazioni sui piani nazionali energetici dei 28 paesi membri, considerandoli nel complesso ancora insufficienti a raggiungere i target dell’Ue al 2030, cioè il 32% di rinnovabili, il 32,5% per l’efficienza energetica e il 30% di riduzione delle emissioni nei settori non Ets. In generale i piani, che saranno adottati da ogni singolo stato, hanno una strategia integrata che persegue obiettivi di decarbonizzazione, efficienza, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività.

L’Italia, secondo la valutazione della Commissione, dovrà intervenire in diversi ambiti sui contenuti del sul Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), prima di entrare in vigore entro il 24 dicembre 2019.

Per l’agricoltura, la Commissione evidenzia come l’Italia non descrive quali misure specifiche intende attuare per ridurre le emissioni, in riferimento alla futura politica agricola comune. Di fatti il Piano Italiano prevede nel settore agricolo una proiezione stabile delle emissioni di gas serra in linea con le politiche esistenti. Inoltre la bozza di piano menziona solo qualitativamente le interazioni con la qualità dell’aria e la politica delle emissioni atmosferiche, in particolare nel contesto del riscaldamento domestico e delle emissioni agricole. E per questo, viene richiesto all’Italia un’analisi quantitativa più approfondita e un maggior dettaglio sui dati soprattutto per il settore agricolo.

Si prevede che l’uso di energia rinnovabile nel settore del riscaldamento e del raffreddamento raggiungerà una quota del 33,1% entro il 2030. Tuttavia, manca una chiara descrizione di come l’Italia intende aumentare le energie rinnovabili nel riscaldamento e raffreddamento e nel teleriscaldamento/raffreddamento. Infatti anche se la bioenergia rimarrà dominante con 7,2 Mtep nel 2030, si prevede che crescerà solo dello 0,8% rispetto al 2016 a causa di problemi di qualità dell’aria (principalmente associati allo stock esistente di caldaie e stufe a legna inefficienti). Mentre il previsto aumento dell’impiego termico da fonti rinnovabili è attribuito principalmente al rinnovo pianificato degli edifici esistenti (con conseguenti significativi incrementi di efficienza energetica). Anche il ruolo del calore e del freddo residuo necessita di opportuni chiarimenti che mettano in evidenza le potenzialità del settore.

Nel settore dei trasporti, la quota delle energie rinnovabili dovrebbe raggiungere il 21,6% entro il 2030. Le misure principali sono la promozione del biometano e l’introduzione di quote obbligatorie per il consumo di biocarburanti convenzionali e avanzati entro il 2030. Tuttavia, il piano manca di dettagli quando si tratta di limitare il contributo dei biocarburanti convenzionali, in conformità dell’articolo 27 della direttiva 2018/2001CE sulle energie rinnovabili e il relativo regolamento. Inoltre non indica chiaramente come realizzare l’obiettivo di 6 milioni di auto elettriche entro il 2030.

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