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Milleproroghe, come funzionano gli incentivi al biogas agricolo

Grazie all’impegno di Coldiretti il Milleproroghe ha prorogato per il 2020 gli incentivi previsti dalla Legge di bilancio 2019 (Legge n. 145/2018) per nuovi impianti a biogas, con potenza elettrica non superiore a 300 kW, aventi determinate caratteristiche.

A poterli richiedere saranno gli imprenditori agricoli, le società agricole, organizzati anche in forma consortile. Gli impianti devono necessariamente far parte del ciclo produttivo di una impresa agricola e/o di allevamento. E se realizzati in aree agricole vulnerabili ai nitrati avranno priorità nella formazione delle graduatorie.

È obbligatorio recuperare l’energia termica dell’impianto di biogas, con esclusione del calore impiegato per la regolazione termica del processo di digestione, per alimentare delle utenze termiche dei processi aziendali.
La biomassa di alimentazione dell’impianto deve provenire da allevamenti, attività agricole dell’azienda agricola realizzatrice o di uno o più soggetti consorziati, ovvero, nel caso di prodotti o colture di secondo raccolto, dai terreni degli stessi.

La tariffa incentivante massima di 233 €/MWh (al netto di eventuali riduzioni) è riconosciuta solo se le matrici che compongono l’alimentazione sono per almeno il 70% reflui e sottoprodotti (ricompresi in Tab.1-A del DM 23 giugno 2016); e il 30% di prodotti di origine biologica (ricompresi in Tab. 1-B del DM 23 giugno 2016, come il sorgo, triticale, loiessa, trifoglio, erba medica, favino, veccia, tabacco, canapa, panico, ecc.), tra cui è ammessa la possibilità di utilizzare un 20% di colture di secondo raccolto. In tutti i casi i requisiti di provenienza e le quantità delle materie utilizzate devono essere verificate dal Mipaaft. Inoltre il Gestore dei servizi energetici (Gse) verifica le quantità e la provenienza delle biomasse anche sulla base del piano di coltivazione del fascicolo aziendale.

L’ammissione agli incentivi dovrà avvenire secondo le stesse procedure e modalità definite dal Gse e nel limite di un ulteriore costo annuo di 25 milioni di euro.
Nel dettaglio, sono state previste due diverse modalità, a seconda della potenza dell’impianto:
– accesso diretto: gli impianti fino a 100 kW possono presentare domanda a seguito dell’entrata in esercizio;
– iscrizione ai Registri: gli impianti di potenza superiore a 100 kW e fino 300 kW devono essere iscritti allo specifico Registro per l’assegnazione del contingente di potenza disponibile e, se rientrati in posizione utile, possono presentare domanda dopo aver realizzato l’impianto. Gli impianti fino a 100 kW possono optare per l’iscrizione al Registro invece dell’accesso diretto.

Il Gestore forma e pubblica la graduatoria delle domande iscritte a registro nel suo sito internet, secondo i seguenti criteri di priorità, da applicare in ordine gerarchico fino a eventuale saturazione del contingente di potenza messo a bando:
a) impianti localizzati, in tutto o in parte, in aree agricole classificate vulnerabili ai nitrati;
b) impianti che richiedono una tariffa pari al 90 per cento;
c) anteriorità della data ultima di completamento della domanda di partecipazione a registro.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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