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Fitofarmaci: difesa integrata diventa obbligatoria, ma servono chiarimenti

Il Piano nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci, in attuazione di quanto stabilito dalla dir. 2009/128/CE, prevede che dal 1° gennaio di quest’anno tutte le imprese agricole convenzionali devono convertirsi al metodo di produzione integrata. Tale sistema di difesa fitosanitaria sarà l’unico ammesso insieme al metodo di produzione biologico.

Una grande rivoluzione per l’agricoltura europea. Un po’ meno per quella italiana dove gran parte delle imprese ortofrutticole, sia per l’adesione volontaria alle misure agroambientali, sia per i contratti con la Grande Distribuzione Organizzata, ormai adottano quasi tutte tale metodo di produzione a basso impatto ambientale che combina l’uso di molecole di sintesi chimica con la lotta biologica.

Un’indagine compiuta di recente dal Ministero delle Politiche agricole evidenzia, con riferimento alle produzioni ortofrutticole,  il peso della produzione integrata sul totale delle superfici coltivate che è pari al 71,46 per cento, mentre la produzione rappresenta l’88,71 per cento  e in termini di valore economico il 78,7 per cento della produzione complessiva nazionale.

La difesa integrata alla quale si riferisce il Pan è quella definita dall’all. III del  d.lgs. 150/2012 di attuazione della dir. 2009/128/CE, secondo la quale la  prevenzione  e  la  soppressione  di   organismi nocivi dovrebbero essere perseguite o favorite in particolare da: rotazione colturale; utilizzo di tecniche colturali  adeguate  (ad  esempio  falsa semina,  date  e  densità  della  semina,  sottosemina,  lavorazione conservativa,  potatura  e   semina   diretta); utilizzo, ove appropriato, di  «cultivar»  resistenti/tolleranti  e  di  sementi  e materiale di moltiplicazione standard/  certificati;  utilizzo  di pratiche  equilibrate   di   fertilizzazione,   calcitazione   e   di irrigazione/drenaggio, – prevenzione della  diffusione  di  organismi nocivi mediante  misure  igieniche  (per  esempio mediante  pulitura regolare delle macchine e attrezzature); protezione e accrescimento di popolazioni di importanti organismi utili, per esempio  attraverso adeguate  misure  fitosanitarie  o   l’utilizzo   di   infrastrutture ecologiche all’interno e all’esterno dei siti di produzione.

La scelta che è stata operata attraverso il Pan è quella di prevedere: delle norme base di difesa integrata obbligatorie per tutte le imprese agricole, oggi convenzionali, che non sarà incentivata più dai Piani di Sviluppo Rurale proprio perché cogente per tutti; un Sistema di Qualità Nazionale di difesa integrata, con disciplinari più restrittivi rispetto alla base line obbligatoria, identificata da un marchio nazionale di proprietà del Mipaaf ed incentivata attraverso gli aiuti dei Psr.

Per  quanto concerne la difesa integrata obbligatoria, per il momento agli agricoltori viene richiesto di attuare gli obblighi previsti dal punto A.7.2.3 del Pan secondo il quale gli utilizzatori professionali devono disporre direttamente o avere accesso a: dati meteorologici dettagliati per il territorio di interesse, acquisibili anche attraverso collegamento in rete; dati fenologici e fitosanitari forniti da una rete di monitoraggio e, ove disponibili, dai sistemi di previsione e avvertimento descritti nei paragrafi A.7.2.1 e A.7.2.2 del Paino nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci (http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Ogm/Documents/pan.pdf); bollettini territoriali di difesa integrata per le principali colture; materiale informativo e/o manuali per l’applicazione della difesa integrata, predisposti e divulgati anche per via informatica dalle autorità competenti.

I dati previsti nei punti su elencati possono essere inseriti in un unico bollettino territoriale al fine di semplificare l’informazione e la sua divulgazione. Nel caso in cui non sia presente alcuna rete, ai fini del monitoraggio, le aziende assolveranno a tale impegno ricorrendo ad un apposito servizio di consulenza, messo a disposizione dalle Regioni e dalle Province autonome, nell’ambito degli strumenti della Pac.

Per quanto riguarda il Sistema di Qualità Nazionale relativo alla difesa volontaria, il decreto che deve renderlo operativo, è ancora all’esame della Conferenza Stato Regioni che a causa di una divergenza di orientamento con l’impostazione del Ministero, non ha ancora approvato il provvedimento. Secondo la proposta di decreto, infatti, quando le Regioni non inviano le deroghe rispetto ai singoli disciplinari regionali, entro i temi previsti, il Mipaaf può modificare i disciplinari regionali esercitando una sorta di potere sostitutivo, soluzione del resto sostenuta anche da Coldiretti. Le Regioni non condividendo tale impostazione, al momento non hanno consentito l’approvazione del decreto contribuendo così a ritardare l’entrata in vigore di uno strumento utile per la valorizzazione delle nostre produzioni ortofrutticole.

Coldiretti condivide l’obiettivo del Ministero secondo il quale tale tipo di approccio (base line obbligatoria più Sistema di Qualità volontario) potrebbe garantire a livello nazionale grandi risultati, in quanto le modalità di gestione sistematica della pratica agricola ed in particolare, dell’uso dei prodotti fitosanitari, è già ampiamente applicata da anni, seppure con modalità e finalità diverse ed i nuovi strumenti non fanno che perfezionare un meccanismo che rende l’Italia il paese più avanzato in Europa rispetto al ricorso alla difesa integrata.

In attesa che l’istituendo Sistema di qualità nazionale di produzione integrata entri in vigore e possa produrre i suoi effetti, combinare l’attività agricola riconducibile al Sistema di qualità dell’agricoltura biologica, con la consolidata realtà nell’ambito della quale viene applicata la Produzione Integrata  attraverso alcuni sistemi di qualità regionali e privati, nonché tramite  le misure agro ambientali gestite nell’ambito dei Psr e dell’Ocm  consentirebbe alla realtà agricola nazionale di essere considerata adempiente alle prescrizioni dei nuovi obblighi sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e, pertanto, esentata da verifiche e controlli. Ovviamente al momento l’operazione che occorre avviare è quella, tramite adeguati servizi di assistenza tecnica, di convertire le imprese agricole che hanno colture vegetali diverse da quelle ortofrutticole alla difesa integrata.

Tra le tante novità che caratterizzeranno la nuova Pac alcune di esse sembrano poter assegnare un ulteriore ruolo  all’ istituendo  Sistema di qualità nazionale di produzione integrata. Oltre al compito a cui naturalmente dovrebbe assolvere, cioè rendere più competitive le imprese agricole che avranno la possibilità di commercializzare prodotti certificati, il sistema di qualità ben si presta ad assolvere a molti dei  nuovi impegni posti dall’Unione europea. 

Infatti , lo standard qualitativo posto a base del sistema, che impone una gestione sistematica della produzione integrata, si pone come obiettivo il miglioramento  continuo del livello di tutela della salute pubblica e dell’ambiente, e permette di assolvere agli obblighi comunitari in materia di uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e  degli agenti chimici comunque impiegati in agricoltura. 
Un cosa di non poco conto se si considera che i nuovi impegni della PAC hanno  ripercussioni notevoli  sulle scelte aziendali, per via dell’intreccio con la condizionalità e i premi corrisposti per l’applicazione delle misure agro ambientali.

Tuttavia, le misure del Pan sulla difesa integrata, in considerazione del ruolo centrale che svolgono le Regioni,  presentano alcuni aspetti  che andrebbero  chiariti a breve per dare indicazioni certe agli agricoltori convenzionali su obbligatorietà dei tempi e delle modalità di conversione  a tali metodi di produzione, per cui sarebbe auspicabile l’emanazione di una circolare applicativa da parte del Mipaaf proprio rispetto a tale aspetti specifici al fine di evitare comportamenti difformi da parte delle regioni ed un ‘esposizione delle imprese agricole ad eventuali sanzioni.

Resta, infine, da sciogliere il nodo principale e, cioè, se la Commissione Ue approverà o meno il Pan dell’Italia nella sua attuale formulazione, in quanto si è ancora in attesa della sua approvazione. Senza il parere positivo dell’organo comunitario non è possibile infatti avviare il complesso sistema previsto.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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