il Punto Coldiretti

Agricoltura biologica, quale formazione per gli agricoltori

L’attenzione all’ambiente e alla salute sono diventati veri e propri stili di vita da realizzare anche attraverso le scelte di consumo, sempre più consapevoli e dirette verso obiettivi di sostenibilità generale.

In linea con questa tendenza l’agricoltura biologica nazionale ha avuto negli ultimi dieci anni un enorme incremento se si pensa che già nel 2018 secondo un’elaborazione Coldiretti, sulla base dei dati Nomisma, l’agricoltura biologica contava – tra consumi interni e esportazioni – un giro d’affari pari a 5,8 miliardi di euro e quasi 79mila operatori coinvolti.

In questo comparto così complesso e ricco di potenziale, Inipa – Coldiretti Education ha rilevato fra le aziende socie Coldiretti operanti nel settore l’esigenza di percorsi formativi ad hoc. In particolare, da un’indagine svolta dall’istituto Ixé è risultato che quasi 6 operatori su 10 sarebbero interessati a ricevere formazione (indagine Ixé condotta a gennaio 2020 su un campione di 275 casi tra le aziende agricole biologiche distribuite su tutto il territorio nazionale).

Inipa ha poi condotto un approfondimento sul tema, interrogando un campione di 8 imprenditori agricoli under 35 del centro sud, attivi nel settore, a cui è stato chiesto quali fossero le loro aspettative riguardo le prospettive e le opportunità dell’agricoltura biologica, in cosa consista in questo ambito l’innovazione e come la formazione possa incidere a concretizzare un miglioramento.

All’unanimità i bio-agricoltori ritengono il comparto in crescita, sebbene minato dalle criticità che gli sono proprie: costi di produzione più elevati, burocrazia impegnativa, ampio fabbisogno di competenze tecniche, limitazioni dei mezzi di produzione impiegabili e una normativa non sempre chiara.

Dalle risposte emerge, però, che la formazione sarebbe per gli imprenditori lo strumento essenziale per rendere accessibili a tutti le nuove conoscenze su un settore in continuo aggiornamento, sia rispetto alla regolamentazione normativa, complessa e pluri-livelli, sia per quel che riguarda le innovazioni tecnologiche volte ad introdurre nuove soluzioni “bio-compatibili” per incrementare la produzione.

La formazione diventa quindi veicolo di semplificazione ed in quest’ottica molto sentito è anche il bisogno di corsi professionalizzanti rivolti alla figura del consulente per il supporto alle produzioni, profilo ritenuto molto importante per la diffusione delle informazioni e delle competenze fra gli operatori ma ancora troppo poco presente in azienda.

Attraverso la formazione, secondo gli imprenditori intervistati, il settore dell’agricoltura biologica potrebbe svincolarsi da quelle che sono le sue problematiche operative e proiettarsi con un nuovo, più consapevole slancio verso il mercato, forte di competenze e figure professionali capaci di renderla non più soltanto metodo di coltivazione ma sistema equilibrato e autosufficiente.

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