il Punto Coldiretti

Campagna Amica fa scuola per rafforzare il ruolo delle piccole imprese agricole e agroalimentari.

Da Campagna Amica un buon esempio per rafforzare il ruolo delle piccole imprese agricole e agroalimentari. È quanto emerso nel corso dell’ultimo meeting organizzato in Polonia nell’ambito del progetto finanziato dal Programma comunitario, denominato Salsa, finalizzato ad indagare il potenziale delle piccole imprese agroalimentare ed elaborare soluzioni per svilupparlo. Un progetto a cui aderisce Coldiretti, con il supporto di Ager, con il ruolo di portare nel partenariato le esperienze di una grande organizzazione e contribuire ad elaborare soluzioni per supportare le piccole imprese nel futuro del sistema agroalimentare europeo. Con questo spirito, durante il meeting in Polonia, è stato illustrato il funzionamento della rete di Campagna Amica come sistema di valorizzazione del ruolo delle imprese agricole e delle produzioni legate al territorio.

L’esperienza di Campagna Amica ha destato una grade interesse tanto da essere considerata modello di riferimento per diverse realtà territoriali, un esempio unico e molto avanzato di filiera corta. Nella stessa direzione, anche la visita presso uno il mercato contadino del Circo Massimo di Roma di una delegazione internazionale della Fao, anch’essa partner del progetto: 28 persone appartenenti ad 8 paesi diversi (Guatemala, Honduras, Bangladesh, Laos, Burkina Faso, Angola, Ruanda, Zambia), tra le quali anche il ministro dell’Agricoltura di Capoverde, altro paese partner del progetto comunitario.

Durante la visita presso il mercato del Circo Massimo, la delegazione ha potuto apprezzare la biodiversità delle produzioni agricole italiane, ma anche le diverse modalità con le quali gli agricoltori hanno sposato tradizione e innovazione, per offrire ai consumatori prodotti agricoli ottenuti da produzione integrata o agricoltura biologica, non solo salubri e stagionali, ma fortemente legati  al territorio, secondo la logica del Km zero, garantendo, così, un reddito maggiore all’impresa agricola rispetto al caso in cui questa conferisca un prodotto omologato alla Grande Distribuzione Organizzata.

Anche in quel caso, nello spirito di dialogo tra Ue ed Africa proprio del progetto Salsa, è stato illustrato come Coldiretti, in diverse tappe, abbia realizzato un sistema di filiera corta che oggi si presenta come un modello vincente a sostegno delle imprese agricole a conduzione familiare, modello che potrebbe essere replicato, con gli opportuni adattamenti, anche in altri Paesi. Un appuntamento in connessione con il simposio della Fao che si è tenuto negli stessi giorni sull’innovazione in agricoltura per le imprese a conduzione familiare (The international  Symposium on agricultural innovation for family farmers), così come con il patto stipulato, in armonia con gli obiettivi del progetto, tra Coldiretti e Fao, per valorizzare il ruolo dell’agricoltura familiare, che produce l’80% del cibo a livello mondiale, cura il territorio ed è in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici.

Un accordo che ha come modello un’agricoltura che miri alla sicurezza alimentare e che, di nuovo, vede nei mercati contadini di Coldiretti un esempio virtuoso da seguire, per un’agricoltura sostenibile capace di favorire i prodotti locali, l’utilizzo razionale di risorse come l’acquale e la terra, il consumo responsabile del cibo ma anche la socialità delle aree rurali. Il modello di agricoltura familiare realizzato da Coldiretti e condiviso dalla Fao presenta un valore non solo sul piano economico, come sta emergendo dal progetto Salsa, ma anche di capacità di far coesistere lo sviluppo delle aree rurali e il lavoro con le attività ambientali, sociali e culturali delle comunità legate ai territori attraverso le produzioni locali. In questo senso l’esperienza italiana è significativa: resistendo ad anni di crescente globalizzazione, gli agricoltori italiani si sono concentrati su un modello distintivo di agricoltura familiare radicata nei territori, di immensa varietà, in grado di generare non solo ricchezza e occupazione, ma anche coesione sociale.

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