il Punto Coldiretti

Il biologico punta su vendita diretta e utilità ambientale

Si è svolto a Roma il convegno finale del progetto di ricerca sulla sostenibilità dell’agricoltura biologica SABIO, che si è posto come obiettivo quello di studiare e quantificare la sostenibilità di alcune filiere biologiche italiane e di verificarne gli effetti da diversi punti di vista, economico, ambientale e sulla salute umana.

Positivi gli scenari che sono emersi. Sotto il profilo economico è stato riscontrato un aggiustamento strutturale del comparto, costituto da unità produttive professionali, orientate al mercato ed in grado di adottare strategie di vendita innovative, quali l’adozione della filiera corta attraverso mercatini biologici diffusi in tutte le regioni italiane, fattorie didattiche biologiche e l’e-commerce.

Tali iniziative messe in atto dai produttori biologici se da un lato sono finalizzate a favorire l’incontro tra produttori e consumatori, realizzando una contrazione della filiera, dall’altro rappresentano un’occasione per avvicinare il mercato ai prodotti tipici locali e per promuovere la qualità e l’eccellenza delle produzioni di nicchia a forte identità territoriale.
Sotto il profilo ambientale sono stati confermati i benefici effetti generati in seguito al miglioramento della qualità delle acque grazie al divieto dell’uso di agrofarmaci di sintesi, all’attenuazione del fenomeno erosivo e al miglioramento della biodiversità.

Tali esternalità ambientali sono state valutate mediante la WTP, ossia la disponibilità a pagare da parte degli individui per usufruire dell’utilità prodotta dal bene ambientale.
Nel caso dell’aumento della qualità dell’acqua è stata quantificata nella realtà veneta una disponibilità a pagare di 21,9 – 25,3 euro a famiglia ogni anno.

L’effetto di riduzione dell’erosione esercitata dall’agricoltura biologica ha determinato una disponibilità a pagare di 50,2 euro/famiglia/anno nelle aree particolarmente soggette. Infine l’aumento di biodiversità generata dall’agricoltura biologica è stata quantificata con una disponibilità a pagare di 33,6 – 45,8 euro/famiglia/anno.

Sul fronte della salute è stata riconosciuta la maggiore capacità antiossidante dei cibi mediterranei bio e quindi di prevenzione di alcune malattie. Infine, da un’indagine telefonica svolta in via sperimentale nella regione Veneto, è emersa la disponibilità delle fasce più informate di consumatori a spendere di più pur di acquistare prodotti certificati.

Il progetto è stato finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e, coordinato dall’INEA, ha visto come unità operative il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali dell’Università degli Studi di Bologna, il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Roma Tor Vergata, il Dipartimento del Territorio e dei Sistemi Agroforestali dell’Università degli Studi di Padova e Ager srl, la società di ricerca e consulenza della Coldiretti.

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