il Punto Coldiretti

L’Ue chiede all’Italia più controlli sui prodotti bio stranieri

E’ stato pubblicato il report della Direzione generale per la Salute e i consumatori (Dg Sanco) della Commissione Ue relativo all’ispezione effettuata in Italia dal 15 al 26 aprile 2013 sul sistema di controllo in agricoltura biologica.

Secondo l’organismo comunitario il sistema di controllo realizzato in Italia è conforme al reg. CE 834/2007 avendo individuato come autorità competenti il Ministero delle Politiche agricole (Mipaaf) e le Regioni ed attribuito compiti di ispezione e certificazione agli organismi di controllo. La divisione dei compiti appare chiara anche se, secondo il rapporto, emerge una sovrapposizione di responsabilità tra le autorità competenti.

Il personale è stato giudicato preparato rispetto ai compiti a loro attribuiti. Tuttavia, nessuna formazione specifica è stata prevista per gli ispettori che si occupano in Sicilia  della difesa fitosanitaria in biologico cosi come il personale relativo ai controlli doganali  non appare adeguatamente formato per  adempiere ai controlli previsti dall’art. 6 del reg. CE 882/2004.

Per quanto concerne gli organismi di controllo, la Commissione ha rilevato che questi sono regolarmente accreditati, ai sensi della norma UNI EN 45011 ed autorizzati dal Ministero come previsto dalla legislazione comunitaria. Pur riscontrando l’esistenza di un sistema di vigilanza degli organismi di controllo da parte delle autorità competenti, il report evidenzia una mancanza di coordinamento tra il Mipaaf e le Regioni nell’esercitare la vigilanza su tali enti.

Pertanto, il sistema non risulta efficiente per quanto riguarda le ispezioni sugli organismi di controllo. Inoltre, le continue riorganizzazioni degli uffici del Ministero e di alcune amministrazioni regionali, risultano indebolire, secondo la Commissione Ue, l’efficienza del sistema di controllo.  Ad ogni modo, quando un organismo di controllo viola le norme vigenti, la Commissione ha riscontrato che il Mipaaf applica delle sanzioni corrette.

Uno degli aspetti più gravi rilevati dal rapporto è che il sistema di controllo sulle importazioni di prodotti biologici non è stato ritenuto conforme alle norme comunitarie, con il rischio che prodotti bio non equivalenti entrino sul mercato comunitario attraverso l’Italia. Ciò accade perché le procedure di controllo del sistema doganale sono superate ed il personale non è adeguatamente formato. Anche il sistema di rilascio delle autorizzazioni all’importazioni di prodotti bio non è stato ritenuto pienamente conforme alla legislazione comunitaria in quanto gli organismi di controllo non effettuano alcuna valutazione del rispetto del principio di equivalenza rispetto ai prodotti bio importati dai paesi terzi.

Inoltre, la Commissione Ue ha evidenziato che il provvedimento con il quale l’Italia ha stabilito una soglia di tolleranza per la contaminazione da fitofarmaci dei prodotti biologici non è assolutamente conforme all’art. 12 del reg. CE 834/2007, come del resto aveva sostenuto Coldiretti quando fu emanata tale disposizione. Il report evidenzia che esiste un sistema di registrazione degli operatori biologici. Il sistema di informazione per il pubblico, però, non risulta aggiornato tempestivamente e deve, quindi, essere migliorato.

I controlli effettuati in Italia sono stati giudicati rispondenti ai requisiti minimi previsti dal reg. CE 889/2008. Tuttavia, per taluni aspetti,  alcuni organismi di controllo visitati dalla Commissione sono risultati inadeguati ad effettuare le ispezioni necessarie sugli operatori biologici certificati. Il sistema di tracciabilità dei prodotti bio è stato ritenuto appropriato benché alcune carenze si registrino da parte degli organismi di controllo per quanto riguarda l’etichettatura del vino biologico.

Per quanto riguarda il settore della zootecnia biologica il sistema di attuazione di alcune deroghe previste dalla regolamentazione comunitaria non è pienamente rispondete alla legislazione comunitaria soprattutto per quanto concerne l’allevamento dei vitelli. La decornificazione degli animali non è rispondente alle norme previste dall’art. 18 del reg. CE 889/2008.

Le autorità competenti vigilano sugli organismi di controllo sulla base dei piani annuali dei controlli da questi presentati. I criteri di valutazione dei rischi sono armonizzati da Accredia con il documento RT16. Il rapporto evidenzia che esiste una buona comunicazione tra gli organismi di controllo e le autorità competenti. Tuttavia, tutti i casi di irregolarità e di infrazione che impediscono il rilascio della qualifica di biologico ad un alimento, sono comunicati una volta ogni due settimane e non immediatamente come richiede l’art. 30 comma 2 del reg. CE 834/2008.

Infine, rispetto alle analisi a campione che devono essere effettuate dagli organismi di controllo sui prodotti bio, l’Ue ha rilevato che l’Italia non ha designato i laboratori accreditati come previsto dall’art. 12 del reg. CE 882/2004.

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