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Nuova strategia europea per il clima ed il settore energetico

La Commissione europea ha presentato una comunicazione che stabilisce il quadro strategico per il clima e il settore energetico nel periodo tra il 2020 e il 2030. La proposta fa seguito al Libro verde del marzo 2013, attraverso il quale era stata lanciata un’ampia consultazione pubblica sui futuri obiettivi energetici e climatici europei e sulla loro struttura. Proprio in base agli esiti di questa consultazione, tra l’altro, l’Ue ha stabilito l’obiettivo di ridurre, entro il 2050, le emissioni di gas serra dell’80-95 per cento rispetto ai livelli del 1990.

La nuova strategia, quindi, è caratterizzata dai seguenti pilastri: la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (Ghg) del 40 per cento rispetto al 1990; un obiettivo vincolante a livello Ue per le energie rinnovabili di almeno il 27 per cento;  un nuovo sistema di governance basato su piani nazionali e la messa a punto di una serie di nuovi indicatori per monitorare i progressi.

Il quadro 2030, elaborato dalla Commissione europea, si propone, in sintesi, di progredire verso un’economia a basse emissioni di carbonio e un sistema energetico competitivo e sicuro. Nello specifico, la proposta prevede un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 30 per cento rispetto al livello del 2005, entro il 2030.

E’ prevista, inoltre, l’istituzione di un sistema di governance basato su piani nazionali per la competitività, la sicurezza e la sostenibilità del settore energetico. Saranno, dunque, gli Stati membri a decidere come ripartire la riduzione tra i vari settori al fine di raggiungere l’obiettivo del 30 per cento.

Riepilogando, questi sono gli elementi chiave del quadro strategico per il 2030 proposto dalla Commissione: un obiettivo vincolante per la riduzione dei gas serra del 40 per cento al di sotto del livello 1990 (tenendo presente che la riduzione annua del massimale delle emissioni dei settori compresi nel sistema Emission Trading Scheme (Ets) dell’Ue passerà dall’attuale 1,74 per cento al 2,2 per cento dopo il 2020; mentre le emissioni dei settori che non rientrano nel sistema Ets, come quello agricolo, dovranno ridursi del 30 per cento al di sotto del livello 2005); un obiettivo vincolante sulle energie rinnovabili a livello dell’Ue, al fine di raggiungere almeno il 27 per cento di energie rinnovabili entro il 2030, continuando, inoltre, a stimolare gli investimenti nel settore.

Occorre inoltre favorire la transizione verso un sistema energetico sostenibile, obiettivo già contemplato nel processo di revisione della direttiva europea sull’efficienza energetica (Direttiva 2012/27/UE); riformare il sistema Ets dell’Ue, per il quale si propone di stabilire una riserva per la stabilità del mercato a partire dal 2021 (la riserva opererebbe interamente secondo regole predefinite che non lascerebbero margini discrezionali alla Commissione o agli Stati membri per la sua attuazione); introdurre di un sistema di indicatori chiave per valutare i progressi compiuti nel tempo e fornire una base oggettiva per eventuali riposte strategiche (differenziali di prezzo dell’energia, diversificazione delle forniture, dipendenza da fonti energetiche interne e capacità di interconnessione tra gli Stati membri).

Per quanto riguarda il nuovo sistema di governance basato su piani nazionali, la proposta prevede che gli Stati membri, pur nella loro autonomia, dovranno comunque elaborare i propri piani sulla base degli orientamenti della Commissione e questi dovranno essere sufficientemente ambiziosi, conformi e coerenti per tutto il periodo interessato. Si segnala, inoltre, che, contemporaneamente alla comunicazione che stabilisce il quadro 2030, la Commissione europea ha pubblicato una Relazione sui prezzi e i costi dell’energia, nella quale si valutano i fattori trainanti e si confrontano i prezzi dell’Ue con quelli dei suoi principali partner commerciali. La comunicazione che stabilisce il quadro 2030 sarà ora valutata dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

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