il Punto Coldiretti

Ogm, contaminazione campi è attentato al made in Italy

La contaminazione biotech delle campagne è un attentato alla biodiversità del territorio e al Made in Italy che fonda il suo successo proprio sulla distintività e sulla qualità ed occorre dunque che le autorità responsabili intervengano per mettere in sicurezza il territorio.

E’ quanto chiede la Coldiretti che in riferimento all’annunciata trebbiatura di mais Ogm in Friuli, che va ad aggiungersi alle notizie allarmanti giunta sulla contaminazione dei terreni vicini al campo illegale. A tale proposito il coordinatore della task force Per una Italia libera da Ogm e responsabile ambiente della Coldiretti, Stefano Masini, ha inviato una nota al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando.

“Segnaliamo la grave situazione venu a creare a Pordenone a seguito della illegittima messa a coltura di mais Ogm – si legge nella missiva -. Infatti, nonostante il decreto del Ministero della Salute 12 luglio 2013, adottato con il tuo concerto, la Regione Friuli Venezia Giulia ha stabilito, con propria ordinanza, una diversa disciplina inerente alla raccolta del mais senza tener conto del divieto, con ciò escludendo che la fase della raccolta debba intendersi necessariamente quale esito dell’attività di coltivazione.

“Oltre a prendere conoscenza dell’avvenuta commercializzazione del materiale vegetale frutto dell’attività non consentita di coltivazione, nuove preoccupazioni sono, peraltro, riferite alle notizie sulla contaminazione di campi e colture confinanti all’area interessata segnalate dal Corpo Forestale dello Stato incaricato del monitoraggio ambientale.

Vorremmo, dunque, conoscere quali provvedimenti il Ministro  intende assumere non solo al fine di assicurare l’osservanza delle misure di emergenza già impartite, quanto a salvaguardia della biodiversità regionale anche tenuto conto che, da parte della Regione, si contesta l’applicazione del decreto in forza di una pretesa omissione di sanzioni che, a nostro avviso, possono essere facilmente rintracciate nell’ordinamento penale”.

 

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