il Punto Coldiretti

Ogm, ora anche i fast food dicono no al transgenico

Patate ogm? No, grazie! A dirlo non sono soltanto consumatori, agricoltori, ambientalisti, ma da oggi anche le catene di fast food in Germania e nord Europa, che hanno deciso di non utilizzare patate geneticamente modificate nei loro menu.

Una decisione che ha accomunato veri e propri colossi, da Burger King a McDonald’s, oltre a una serie di realtà della ristorazione locale, e che è scaturita da una semplice riflessione di mercato: se i clienti non vogliono cibo transgenico, perché offrirlo loro? 

L’ennesimo fallimento economico per gli ogm, che in Europa hanno già visto il crollo del 12 per cento delle superfici coltivate, mentre il 72 per cento dei cittadini continua a considerarli meno salutari dei prodotti tradizionali.  

Una realtà di mercato oggettiva che non può essere negata da patetiche sceneggiate, come la semina a scopo mediatico di sei semi transgenici in un campo del Friuli, la quale tra l’altro rischia di costar cara a chi l’ha promossa, visto che la legge italiana prevede che “chi mette in coltura prodotti sementieri di varietà geneticamente modificate senza l’autorizzazione di cui al comma 2, è punito con la pena dell’arresto da sei mesi a tre anni o dell’ammenda fino a 100 milioni di lire. La stessa sanzione si applica in caso di revoca o sospensione dell’autorizzazione”.

“L’illegalità va combattuta con tutti gli strumenti ed i mezzi di cui lo Stato dispone – ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini -. La contrarietà nostra e della stragrande maggioranza dei cittadini alla coltivazione Ogm in Italia è ultranota e le ultime vicende non fanno che confermare la posizione ideologica di chi in nome di una presunta sua libertà viola la legge e calpesta i diritti altrui”.

Ugualmente duro il commento della Task foce “Per un’Italia libera da ogm”  che, nel richiedere l’immediata convocazione del Comitato provinciale per la sicurezza e l’avvio di indagini dirette a individuare l’area coltivata per disporne il sequestro e procedere alle operazioni di bonifica, ha tenuto a precisare: “tutto questo, naturalmente, se i fatti annunciati corrispondono effettivamente al vero e non si tratta invece di una ridicola messa in scena in una versione tutta provinciale di rivendicazione”.

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