il Punto Coldiretti

Piano fitofarmaci, no al divieto di consulenza per tecnici di Consorzi e coop agricole

Coldiretti ha scritto al Ministero delle Politiche Agricole in merito allo schema di Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei fitofarmaci,  evidenziando che nella versione del 24 ottobre 2013, elaborata dal Consiglio tecnico scientifico, è stato introdotto, in merito al rilascio dei certificati di abilitazione alla consulenza,  un emendamento per cui l’attività di consulenza è incompatibile non solo per i soggetti che hanno rapporti di dipendenza o di collaborazione diretta a titolo oneroso con società titolari di autorizzazione di prodotti fitosanitari, ma anche per “ i soggetti che distribuiscono sul mercato prodotti fitosanitari”.

L’interpretazione di tale periodo consente di dedurre che l’attività di consulenza sarebbe a questo punto preclusa ai tecnici dei Consorzi agrari ed a quelli delle cooperative agricole.  Considerato il patrimonio di conoscenza che questi hanno acquisito in tutti questi anni in merito all’impiego dei prodotti fitosanitari, Coldiretti ha sottolineato come la conseguenza sarebbe quella privare le imprese agricole di figure professionali altamente specializzate senza un’ adeguata giustificazione, oltre a determinare una perdita di posti di lavoro in numero decisamente rilevante.

La dir. 2009/128/CE, non prevede affatto tale restrizione in quanto definisce, all’art. 3, punto 3)  la figura del consulente come “la persona che ha acquisito un’adeguata conoscenza e fornisce consulenza sulla difesa fitosanitaria e sull’impiego sicuro dei fitofarmaci, nell’ambito professionale o di un servizio commerciale, compresi, se pertinenti, i servizi di consulenza privati o pubblici, gli agenti commerciali, i produttori e i rivenditori di prodotti alimentari”.

L’attuazione restrittiva di tale disposizione, operata con quest’ultima versione del PAN, appare, pertanto, come un ulteriore limitazione priva di qualsiasi ratio che dovrebbe, invece, favorire i soggetti che sono realmente in grado di garantire una maggiore professionalità delle imprese agricole per quanto concerne il corretto impiego dei prodotti fitosanitari.

D’altro canto, Coldiretti ha rimarcato che si nota  un trattamento decisamente preferenziale a favore degli agronomi libero-professionisti, ai quali si riconosce non solo lo status di consulenti, ma anche il ruolo di docenti nei corsi di formazione in merito all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Tale discriminazione sembra perseguire la mera volontà di favorire figure che appartengono a un ordine professionale, invece, che valorizzare  i tecnici che rappresentano, quotidianamente, da anni, gli interlocutori privilegiati degli agricoltori che nei Consorzi agrari e nelle cooperative agricole hanno i loro punti di riferimento in merito all’assistenza tecnica.

Parimenti, anche i tecnici delle organizzazioni professionali agricole sono stati penalizzati a tutto vantaggio degli agronomi libero professionisti, evidenziando così un modello di formazione – informazione che disconosce del tutto il valore del know how di soggetti che sono parte integrante della filiera agroalimentare italiana. Coldiretti, pertanto, ha chiesto  che dai casi di incompatibilità rispetto alla possibilità di ricevere la qualifica di consulente siano esplicitamente esonerati i tecnici dipendenti dei Consorzi agrari e delle cooperative agricole nonché i tecnici dipendenti delle organizzazioni professionali agricole.

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