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Prezzi agricoli, nel 2013 segno positivo ma difficoltà per i cereali

Aumentano i prezzi agricoli nel 2013. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea, il bilancio complessivo dell’anno appena trascorso ha visto le quotazioni dei prodotti chiudere con un incremento medio del 4,7 per cento rispetto al 2012. Un trend determinato da una crescita del 7,5 per cento dei prezzi delle coltivazioni e dell’1,5 per cento per la zootecnia.

A far registrare i risultati migliori sono stati la frutta (+16,3 per cento), con incrementi superiori alla media per le varietà estive (+23,8 per cento) e per le pere (+26,4 per cento), e gli oli di oliva che, dopo un 2012 decisamente sfavorevole, hanno spuntato nell’anno appena trascorso prezzi più elevati di quasi il 20 per cento. Positivo il bilancio anche per gli ortaggi (+10,3 per cento) e ancora più favorevole per i vini, che archiviano un altro anno di incrementi a due cifre (+15,1 per cento), dopo l’ottimo risultato conseguito nel 2012 (+32,7 per cento).

Nel comparto dei cereali, la distensione nei mercati internazionali seguita alle turbolenze del 2012 ha determinato un ribasso dei prezzi del 4,1 per cento su base annua, con frumento tenero, mais, e orzo, in particolare, che hanno ceduto, nell’ordine, il 5,3 per cento, il 5,5 per cento e il 7,6 per cento rispetto all’anno precedente. In rialzo, invece, i listini delle coltivazioni industriali (+3,1 per cento sempre nella media del 2013), con punte del +5,9 per cento per la soia.

Nel settore zootecnico le rilevazioni Ismea danno il segno positivo sia per il comparto lattiero-caseario (+2 per cento), sia per il complesso degli animali vivi e uova (+1,1 per cento), seppure con andamenti differenziati al loro interno. Nella categoria latte e derivati si segnala un incremento particolarmente sostenuto per il burro (+30,2 per cento su base annua), un più 4,9 per cento per il latte e una flessione del 4,3 per cento per i formaggi grana.

Relativamente al bestiame vivo, il 2013 ha chiuso con aumenti di prezzo per avicoli (+5,3 per cento), bovini (+1,5 per cento) e suini (+0,6 per cento). Segno meno per gli ovi-caprini (-7,5 per cento), con cali del 3 per cento anche sul listino delle uova.

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