il Punto Coldiretti

Putin proroga l’embargo sui prodotti agroalimentari

E’ già costato quasi un miliardo di euro al Made in Italy agroalimentare l’embargo deciso dalla Russia come risposta alle sanzioni decise dall’Occidente per la guerra in Ucraina. E’ quanto afferma con preoccupazione la Coldiretti in riferimento al decreto firmato dal presidente russo Vladimir Putin e pubblicato dal governo che proroga l’embargo su prodotti agricoli, lattiero-caseari, carne e altri alimenti fino al 31 dicembre 2018.

L’agroalimentare è l’unico settore ad essere colpito direttamente da un embargo totale sancito, come ritorsione alle sanzioni europee, dalla Russia per la prima volta con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e poi sempre prorogato che ha chiuso completamente le frontiere del paese di Putin ad una lista di prodotti, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con successiva proroghe.

Un blocco che è costato caro all’agroalimentare nazionale anche perché al divieto di accesso a questi prodotti si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.

Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menù.

Lo stop alle importazioni dall’Italia ha infatti provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati in Russia.

Ancora una volta il settore agroalimentare è divenuto merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è importante riprenda al più presto la via del dialogo”.

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