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Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi: Cina al primo posto per prodotti non conformi

Metalli e micotossine, contaminazioni microbiologiche  riscontrate nelle carni e nei polli in arrivo da Brasile e Polonia, ma anche pesticidi nella frutta turca e cinese e ancora, sostanze non autorizzate in cibi dietetici e integratori di origine americana e cinese. E’ lunga la lista delle non conformità rilevate dal Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi  (Rasff) del 2019.

 La relazione del ministero della Salute  rileva  4000 notifiche, cifra record degli ultimi 20 anni ( 3.622 nel 2018). Tra le 4000 notifiche (3506 relative all’alimentazione umana, 322 a quella animale e 172 ai materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti) 1478  si riferiscono a prodotti  respinti ai confini.

Le principali segnalazioni riguardano microrganismi patogeni, in particolare salmonella, e micotossine. Numerose anche le segnalazioni per Listeria monocytogenes  ed Escherichia coli.

I Paesi   che hanno “collezionato” il maggior numero di notifiche  provenienti dall’Italia sono Spagna, Cina e Turchia, e  i prodotti  finiti nel mirino sono  quelli della pesca e frutta secca.

Nella graduatoria dei prodotti non conformi al primo posto si colloca la Cina (376), seguita da Turchia (336) e Polonia.

Per quanto riguarda i singoli prodotti per la pesca  le non conformità più numerose si rilevano in Spagna, Vietnam e Francia.  Nella carne i maggiori richiami si riferiscono a contaminazioni microbiologiche (salmonella, listeria monocytogenes ed Escherichia coli) e  interessano Polonia, Germania e Belgio.

Polonia in prima fila, con Brasile e Belgio, anche  per  presenza di salmonella nel pollame. Per latte e derivati riflettori accesi sulla Francia.

La Spagna finisce  sotto tiro anche per miele e pappa reale.

Pesticidi e micotossine rilevati nella frutta e nei vegetali di Turchia, Cina e India, mentre nella frutta secca e  semi micotossine sono presenti nelle produzioni di Stati Uniti, Argentina, Turchia, Egitto e Cina.

Per erbe e spezie non conformi   sul podio Brasile, India e Turchia.

Rilevate sostanze non autorizzate nei cibi dietetici e negli integratori alimentari provenienti da Usa, Cina e Regno Unito.

Grassi e oli non regolari in arrivo da Ghana, Germania e India, segnalata anche l’aggiunta di coloranti in prodotti del Sudan. Top di notifiche per le bevande soprattutto per  su additivi e difetti di confezionamento.

E infine le uova con allerta per salmonella per prodotti dall’Ucraina e Polonia.

Tra i prodotti nazionali   le segnalazioni  più numerose si riferiscono a  corpi estranei ed allergeni non dichiarati in etichetta.

La guardia  per garantire la sicurezza alimentare nella Ue resta dunque alta, ma  si confermano comunque i rischi  di contaminazioni soprattutto da Paesi che non adottano i rigidi disciplinari europei, ma soprattutto italiani. E dunque ancora una volta si rileva la necessità di estendere l’etichettatura con l’indicazione dell’origine  a tutti i prodotti alimentari  come d’altra parte chiesto dai consumatori europei.

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