il Punto Coldiretti

Sos Ue sui prodotti agricoli pericolosi importati dai Paesi terzi

E’ lunga la lista dei prodotti a rischio che arrivano dai Paesi terzi. Sulla Gazzetta ufficiale Ue del 15 gennaio è stato pubblicato un elenco che sostituisce gli allegati I e II del regolamento 2019/1793 del 22 ottobre 2019 relativo all’incremento temporaneo dei controlli ufficiali e delle misure di emergenza che disciplinano l’ingresso nella Ue di alcuni prodotti di origine non animale in arrivo dai Paesi terzi che presentano particolari criticità sul fronte della sicurezza.

Tra i rischi maggiori l’aflatossina e i rischi di antiparassitari. Ma ci sono anche casi di salmonella o coloranti pericolosi. L’Sos salmonella scatta , per esempio, per il pepe nero proveniente dal Brasile, per i semi di sesamo dall’India, dall’Etiopia e dal Sudan. Norovirus che provoca gastroenteriti si ritrova nel lamponi importati dalla Serbia. Molto diffuse le aflatossine, dalle nocciole con guscio , pistacchi con guscio e fichi secchi dalla Turchia ai peperoni dolci dello Sri Lanka e del Pakistan. Ma ci sono anche le arachidi con guscio e i pistacchi con guscio in arrivo dagli Stati Uniti. Allerta per le aflatossine anche per le noci del Brasile e le arachidi sempre dal Brasile e dalla Cina. Allarme per i residui di antiparassitari per le gettonatissime Bacche di Goji importate dalla Cina e per il tè sempre made in Cina. Ma non va meglio per melanzane e peperoni della Repubblica dominicana, per i peperoni dell’Egitto , per i fagioli del Kenya e per i peperoni del Pakistan.

La decisione della Ue di rafforzare i controlli conferma la rischiosità di alcuni prodotti dei paesi terzi che non rispettano le ferree regole adottate nella Ue e in particolar modo in Italia.

Per questo è sempre più importante spingere sull’etichetta con l’indicazione dell’origine per tutti i prodotti alimentari per soddisfare la percezione del rischio da parte del consumatore e permettere alle Autorità di controllo di effettuare verifiche tempestive di prodotti pericolosi per la salute. In questo contesto, si inserisce la richiesta di Coldiretti di conoscere i dati sulle produzioni importate in Italia e sulle loro destinazioni (industrie di trasformazione).

I numerosi paesi nel mirino dei controlli di Bruxelles, tra cui quelli coinvolti negli accordi di libero scambio , dal Ceta al Mercosur, confermano inoltre la validità delle critiche espresse dalla Coldiretti su quelle intese che non garantiscono una adeguata prevenzione rispetto all’immissione sul mercato di prodotti non conformi alla legislazione europea ed italiana. Occorre pertanto riaffermare, sulla base di evidenti non conformità, la reciprocità degli standard di sicurezza alimentare, impedendo di importare in Italia e in Europa, prodotti che possono compromettere la salute del consumatore.

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