il Punto Coldiretti

Riforma Ue del biologico, privilegiare la qualità

Le Organizzazioni agricole europee, tra cui Coldiretti, hanno incontrato, nell’ambito del meeting promosso dal Copa Cogeca, i rappresentanti della DG Agricoltura della Commissione Ue che hanno risposto ad alcune domande di chiarimento sulla proposta di regolamento con la quale si intende  modificare la legislazione quadro in materia di agricoltura biologica (reg. CE 834/2007 e reg. CE 889/2008).

L’incontro è stato anche l’occasione per un confronto sull’impostazione generale della proposta di regolamento. La Commissione ha dichiarato che l’obiettivo non è tanto quello di aumentare quantitativamente la produzione biologica, quanto di migliorare la qualità delle produzioni europee eliminando alcune inefficienze della filiera ed aumentando gli standard qualitativi degli alimenti bio.
Secondo l’organismo comunitario ciò deve avvenire eliminando, ad esempio, la presenza di imprese agricole miste, nelle quali si pratica sia il metodo di produzione convenzionale che quello biologico, introducendo una norma che non ammette la presenza di soglie di contaminanti sugli alimenti bio, quali i residui di fitofarmaci, eliminando la deroga che consente di alimentare gli animali con mangimi il cui 5 per cento è costituito da materie prime convenzionali e la deroga che consente il ricorso all’uso di sementi convenzionali quando quelle biologiche non siano disponibili.

Coldiretti ha dichiarato di condividere tale impostazione dal momento che l’agricoltura convenzionale presenta ormai elevati livelli di sostenibilità a causa della riforma sui fitofarmaci, delle misure agro-ambientali della Pac e di standard obbligatori di rispetto del benessere animale. Gli alimenti convenzionali sono, quindi, ottenuti oggi con processi di produzione a basso impatto ambientale che si avvicinano sempre di più al metodo attuale di produzione biologico. E’ necessario, quindi, che la filiera dell’agricoltura biologica offra ai consumatori prodotti bio che si differenzino sensibilmente da quelli convenzionali, considerato anche il fatto che,tendenzialmente, sono venduti ad un prezzo più alto.

Coldiretti ha evidenziato come ormai siano quasi vent’anni che il metodo di produzione biologico è stato regolamentato dall’UE e, quindi, non sia più ammissibile un numero così elevato di deroghe sia per quanto riguarda le produzioni vegetali, ma soprattutto quelle zootecniche, considerato anche che nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale l’agricoltura biologicA è stata la misura più sostenuta sul piano degli aiuti comunitari tra quelle agro-ambientali.

Ad eccezione di Coldiretti, quindi, che nell’ambito del Copa Cogea è stata l’unica organizzazione a sostenere la necessità di ricondurre la normativa comunitaria sull’agricoltura biologica ai principi fondamentali del metodo di produzione, Le Organizzazioni agricole degli altri Stati membri, soprattutto Francia, Olanda e Germania, ma anche Svezia e Spagna, non vogliono una modifica del regolamento 834/2007 che vada verso una direzione di maggior rigore.
Rispetto ai singoli punti esaminati, in merito alle imprese  agricole miste biologico/convenzionali Coldiretti ha condiviso la disposizione della proposta di regolamento che richiede la conversione dell’intera produzione al metodo bio.

Sulla disposizione che riguarda le possibili contaminazioni accidentali che possono determinare la revoca dell’etichettatura dell’alimento come biologico, Coldiretti ha evidenziato che è inammissibile la posizione delle organizzazioni degli altri Stati membri, e anche di Agrinsieme, a favore di una soglia di contaminazione da fitofarmaci, in quanto i consumatori scelgono tali prodotti proprio perché ottenuti senza il ricorso a sostanza attive di sintesi chimica. Oltretutto, la proposta di regolamento prevede,  per  gli agricoltori biologici che vedono accidentalmente contaminate le loro produzioni, che gli Stati membri possano riconoscere degli aiuti a compensazione del mancato reddito.

Coldiretti ha, quindi, condiviso con la Commissione Ue che immettere sul mercato alimenti biologici per i quali sono ammesse soglie di contaminazione da fitofarmaci, quando oltretutto già esiste una soglia di contaminazione da Ogm, è ipotesi assolutamente incompatibile con la filosofia del metodo bio ed i consumatori, a questo punto, sarebbero sicuramente disincentivati dall’acquistare tali prodotti. Coldiretti ha, inoltre, chiesto ai rappresentanti della Commissione come mai all’art. 9 della proposta di regolamento che disciplina il divieto di impiego di Ogm non siano più menzionate le sementi così come è previsto dal corrispondente articolo del reg. CE 834/2007.  I rappresentanti della Commissione hanno spiegato che, secondo i giuristi che hanno lavorato al testo della proposta di regolamento, il termine “materiale riproduttivo vegetale” include anche le sementi.

Coldiretti ha evidenziato che al fine di garantire un’interpretazione chiara della norma sarebbe opportuno inserire, a questo punto,  la definizione di materiale riproduttivo vegetale specificando che include anche le sementi, al fine di escludere un’errata interpretazione della norma vista l’estrema rilevanza della condizione che il metodo di produzione biologico non preveda l’impiego di Ogm.

Per quanto concerne la questione di garantire un’alimentazione degli animali al 100 per cento biologica Coldiretti, ha dichiarato di condividere la necessità di tale obiettivo, ma ha evidenziato che sarebbe opportuno, vista l’insufficiente produzione di soia Ogm free, prevedere di incentivare tale coltura all’interno dell’Ue, al fine di evitare il ricorso all’importazione di soia da paesi terzi contaminata da organismi geneticamente modificati. Del resto, l’attuale riforma della Pac consente agli Stati membri di incentivare tale coltura potendo concedere fino al 2 per cento aiuti accoppiati alle colture proteiche. Inoltre, la soia essendo una coltura azoto-fissatrice ed avendo, quindi, un impatto positivo sull’ambiente, consente al produttore agricolo di poterla calcolare nell’ambito del 5 per cento della superficie coltivata, come misura di greening.
 
In sintesi, alcuni Stati membri come Olanda, Germania e Austria, sono per rifiutare in blocco la proposta di regolamento che viene considerata penalizzante per gli agricoltori biologici in quanto eliminando le deroghe e le imprese miste comporterebbe, a loro avviso, una riduzione in termini quantitativi delle produzioni biologiche, mentre sono favorevoli alla proposta, purché emendata in senso meno restrittivo, Spagna, Svezia e Lituania. La Francia non ha ancora una posizione ufficiale, ma dalla discussione è emerso che non condivide l’impostazione più restrittiva del regolamento.

Per quanto riguarda l’Italia, Coldiretti ha evidenziato che al momento non esiste ancora una posizione ufficiale del Ministero delle Politiche agricole che ha appena avviato la fase di consultazione delle associazioni di produttori biologici e delle Organizzazioni maggiormente rappresentative del settore agricolo.

Coldiretti ha, comunque, ribadito, nell’ambito del Copa Cogeca  che l’orientamento della Commissione finalizzato a privilegiare la qualità, piuttosto che la quantità delle produzioni agricole, è condivisibile in quanto risponde alle aspettative dei consumatori che scelgono di mangiare bio perché è un prodotto ottenuto nel massimo rispetto dell’ambiente e con elevati standard di benessere animale, cosa che comunque non esclude la possibile di negoziare un miglioramento di alcuni singoli specifici aspetti del regolamento che sul piano tecnico richiedono eventuali modifiche.

Del resto i rappresentanti della Commissione, così come Coldiretti ha sempre sostenuto, hanno evidenziato che non è detto che  il metodo di produzione biologico si possa fare dovunque ed a qualsiasi condizione, ma solo qualora sussistano le condizioni per il rispetto effettivo dei principi che supportano tale forma di coltivazione ed allevamento.

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