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Settimana mondiale dell’acqua, nuove tecnologie per ridurre gli sprechi

Le problematiche della conservazione e gestione della risorsa idrica rispetto alla crescente urbanizzazione mondiale sono state al centro della settimana mondiale dell’acqua, svoltasi a Stoccolma, in Svezia, tra il 22 ed il 26 agosto scorsi.
 
Le stime delle Nazioni Unite, infatti, prevedono che entro il 2050 il 95% della crescita della popolazione mondiale avverrà nell’ambito delle aree urbanizzate. Una delle conseguenze sarà costituita dall’ulteriore sviluppo delle città di grandi dimensioni, ma anche dall’espansione delle attuali aree urbane minori e delle piccole città.
 
Tutto ciò si tradurrà in crescenti problemi di gestione del territorio, legati alla fornitura di servizi, ai trasporti e alla mobilità per i cittadini, ma anche e soprattutto in problemi di fornitura ed uso dell’acqua, non solo per gli usi potabili e per le attività in ambito urbano, ma anche per i servizi igienici e sanitari.

Questo, in prospettiva, comporterà una maggiore concorrenza negli usi dell’acqua tra uso civile, agricoltura, industria e produzione energetica. I cambiamenti climatici e l’intensificazione di eventi climatici estremi porranno, inoltre, ulteriori elementi di sfida per la vulnerabilità delle risorse idriche, per la prevenzione di rischi del loro depauperamento e nella pianificazione della gestione degli usi.
 
Sulla base di questo scenario, durante la settimana mondiale dell’acqua di Stoccolma si sono tenute numerose conferenze, seminari ed incontri nell’ambito di alcuni principali settori di riferimento: i problemi dell’acqua nei sistemi urbani e nei diversi contesti geografici e ambientali e quelli relativi alla gestione degli usi in relazione alla protezione delle risorse idriche.

I lavori si sono conclusi con l’approvazione di un documento comune, la "dichiarazione di Stoccolma", indirizzato ai capi di stato e di governo dei Paesi delle nazioni Unite, con particolare riferimento agli sviluppi della prossima conferenza mondiale sul clima, che si terrà nel giugno 2012 a Rio de Janeiro.
 
In tale dichiarazione si evidenzia l’importanza delle risorse idriche anche nell’ambito della "green economy", i cui capisaldi sono rappresentati proprio da acqua, energia e alimentazione e dalle loro interconnessioni.
 
Di conseguenza, lo sviluppo sostenibile richiede strategie appropriate ed equilibrate, al fine di contribuire all’eradicazione della povertà e ad un miglioramento del benessere di tutti i popoli attraverso nuovi strumenti in grado di rendere compatibili la crescita della domanda di acqua, di energia e di cibo con la conservazione e tutela sulle risorse naturali ed ambientali.

Con questa prospettiva, i firmatari della dichiarazione di Stoccolma chiedono, dunque, che si pongano obiettivi concreti, partendo già dal 2020, in vista dell’attuazione di una adeguata strategia sulle risorse idriche.
 
Tali obiettivi sono l’aumento del 20%: dell’efficienza nella produzione alimentare, riducendo perdite e sprechi di cibo e minimizzando i rifiuti della produzione alimentare; dell’efficienza negli usi dell’acqua in agricoltura, attraverso nuove tecnologie e nuovi sistemi nei processi agricoli; dell’efficienza negli usi dell’acqua per produzione di energia, soprattutto nei sistemi di raffreddamento degli impianti di produzione elettrica; della riutilizzazione dell’acqua attraverso il riciclo e la depurazione delle acque di rifiuto. Oltre a ciò, si chiede la riduzione del 20% dell’inquinamento delle acque, attraverso la diminuzione delle emissioni di sostanze inquinanti nei corpi idrici.
 
Al fine di raggiungere operativamente questi obiettivi, la dichiarazione di Stoccolma contiene anche delle richieste specifiche in materia di riforme istituzionali, regolamentari e legali per la gestione integrata dell’acqua, dell’energia e della produzione agroalimentare. Tali riforme, inoltre, dovranno essere adeguatamente armonizzate nel contesto internazionale e compatibili con le diverse realtà locali.

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