il Punto Coldiretti

Tonello: “Crescere nella rappresentanza dell’economico”

“Occorre crescere nella rappresentanza per cambiare i rapporti tra noi e l’industria e tra noi e la Gdo e riequilibrare il potere contrattuale”. Lo ha detto il vicepresidente nazionale e presidente di Unci Coldiretti, Mauro Tonello, intervenendo all’assemblea dei presidenti della Coldiretti, organizzata a Roma, nella sede di Palazzo Rospigliosi e illustrando il lavoro realizzato negli ultimi mesi sul versante della cooperazione.

“Gli esempi dei meccanismi di Borsa Merci e Camere di Commercio dimostrano che non esiste alcuna incisività sulle scelte da parte del produttore – ha evidenziato Tonello –. Per questo Coldiretti ha deciso di occuparsi dei progetti economici anche tramite il modello cooperativo, il quale deve avere però un orientamento diverso dal passato”.

Le cooperative che hanno condiviso il progetto per una filiera agricola tutta italiana e aderito all’articolazione organizzativa di CoopColdiretti sono ad oggi 1.215, cui si aggiungono le 700 dell’Aicoop (Associazione italiana cooperative che opera prevalentemente nel sociale, nel lavoro, negli alloggi e nell’edilizia) e le 508 dell’Unci Coldiretti, l’associazione delle cooperative agricole e alimentari di Unci. In totale sono 2.423.

Intanto è stata avviata la campagna di adesioni nel settore ittico, attraverso Coldiretti Impresa Pesca. Facendo una riflessione sugli altri modelli aggregativi, Tonello ha sottolineato la necessità di “dare un senso compiuto alla vera concentrazione dell’offerta, mutuando, ad esempio, l’esperienza di Fits spa, la Filiera italiana trading seminativi, che mantiene l’obiettivo di autonomia di ogni singola struttura, inserite però in un progetto di carattere nazionale”.

“A questo punto dobbiamo chiederci come strutturare le nostre prospettive oltre la nuova Riforma della Pac – ha concluso –. L’obiettivo è la crescita delle entrate commerciali e conquista delle quote di mercato. Deve essere poi fatta una riflessione sulle tematiche dell’Antitrust e posta attenzione verso l’Ue rispetto alle leggi che l’Italia ha saputo traghettare ed evitare che in futuro si passi da una Politica agricola e una alimentare. E’ necessaria, infine, un’opera di manutenzione e verifica costante degli strumenti economici affinché si possa governare il cambiamento”.

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