il Punto Coldiretti

La Ue apre a un giro di vite su etichetta e frodi alimentari

La raccolta di oltre un milione di firme per l’etichettatura con l’indicazione dell’origine su tutti i prodotti alimentari, promossa dalla Coldiretti nell’Unione europea, ha ottenuto un primo risultato. Al Consiglio agricolo del 16 e 17 dicembre è stato avviato il dibattito per un’indicazione dei prodotti più chiara e a misura dei consumatori. La ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, infatti, citando la Coldiretti come promotore della Eci-Eat Original ha chiesto lo slittamento dell’entrata in vigore del regolamento 775 sull’indicazione dell’origine dell’ingrediente primario che introduce indicazioni molto più soft e tali da indurre in errore il consumatore. Una normativa che rappresenterebbe per l’Italia un pericoloso passo indietro rispetto ai decreti varati per garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori.

La richiesta italiana di una maggiore trasparenza ha incassato l’appoggio di Portogallo , Grecia e Spagna che hanno firmato il documento, ma anche della Germania disponibile al dibattito, Cipro, Belgio, Ungheria, Austria, Slovenia, Polonia, Slovacchia. Altri Paesi si sono espressi a favore di un’indicazione facoltativa. Nella Ue si sta comunque rafforzando il fronte dei favorevoli a un’etichetta in grado di fornire dettagliate e corrette informazioni e lo stesso commissario ha riconosciuto l’interesse sempre maggiore dei consumatori a conoscere l’origine dei cibi. Il fronte dei Paesi che si opponevano si sta sfaldando e cresce il numero di quelli che chiedono una normativa più stringente e dunque ci sono spazi per un dibattito costruttivo. Una battaglia portata avanti dalla Coldiretti che con Campagna Amica

ha raccolto l’85% delle firme per una petizione che ha avuto in Europa il sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza: dalla francese Fnsea alla spagnola Ocu, da Solidarnosc a Slow Food fino lla Ong svedese Green protein.

Al Consiglio agricolo è stato raggiunto anche un altro risultato sull’azione di contrasto alle frodi nella filiera agroalimentare. Il Consiglio infatti ha tracciato una linea per migliorare le modalità di prevenzione e contrasto con l’obiettivo di una strategia integrata contro le frodi. Un elevato livello di protezione è stato indicato come l’obiettivo generale delle politiche della Ue in materia di sanità, sicurezza, protezione dei consumatori e dell’ambiente. Secondo il Consiglio la normativa è adeguata, ma va rafforzata la cooperazione intersettoriale che dovrebbe coinvolgere anche le autorità competenti nella lotta alla criminalità e quelle doganali e fiscali. Per questo è stato lanciato un invito a Stati membri e Commissione per garantire la piena attuazione della normativa Ue, uniformare i requisiti per una definizione giuridica comune delle frodi alimentari, promuovere la cooperazione tra le autorità a livello nazionale, europeo e internazionale, intensificare lo scambio di informazioni su potenziali casi transfrontalieri di frode alimentare, a chiarire le responsabilità legali degli operatori del settore agroalimentare nel caso di frodi, sensibilizzare i consumatori soprattutto sulle vendite on line. Tra gli interventi indicati anche la possibilità di rafforzare le norme e gli orientamenti sulla tracciabilità.

La Commissione ritiene poi necessario che gli Stati membri rafforzino l’azione di prevenzione investendo risorse adeguate, garantiscano sanzioni severe in grado di dissuadere dalle frodi e incoraggino le buone pratiche. Un altro aspetto sottolineato è la formazione da perseguire attraverso il programma “Migliore formazione per alimenti più sicuri (BTSF)” .

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