il Punto Coldiretti

Via libera dall’Europarlamento all’accordo Ue-Giappone, a rischio i formaggi italiani

Dal febbraio 2019 entra il vigore l’accordo di libero scambio Ue-Giappone che come prevedibile ricalca in peggio, in termine di mancata protezione dei prodotti a denominazione, le stesse condizioni già concesse nell’accordo di libero scambio con il Canada (Ceta).

L’aggravante in questo caso è anche il fatto che la procedura impedisce ai singoli Parlamenti nazionali di votare sull’accordo dopo le difficoltà incontrate per il Ceta che la maggioranza dei paesi europei non ha ancora ratificato ad oltre un anno dall’entrata in vigore. Cadranno i dazi per l’87% dell’attuale valore dell’export agroalimentare europeo in Giappone ma saranno protette appena 18 indicazioni geografiche italiane agroalimentari sul totale di 297 e 28 vini e alcolici sul totale delle 523 denominazioni di origine e indicazioni geografiche riconosciute in Italia.

Inoltre il Parmigiano reggiano non godrà di alcuna protezione rispetto al termine Parmesan che si potrà continuare ad utilizzare liberamente. L’accordo danneggia anche altri prodotti. Per Asiago, Fontina e Gorgonzola, infatti, è previsto un periodo di transizione di 7 anni nel quale è autorizzata la coesistenza con usi precedenti di tali nomi. Mentre per Grana Padano, Pecorino Romano e Toscano, Provolone Valdapana, Mozzarella di bufala campana e Mortadella di Bologna la tutela è a metà: ok alla garanzia della Ig solo per il nome complessivo, ma non per i termini individuali , per esempio pecorino, mortadella, grana, romano, ecc.

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