il Punto Coldiretti

Dai Giovani Impresa, un invito alla speranza

Abbiamo ascoltato esperienze che raccontavano la gioia di fare impresa con i linguaggi e le azioni della speranza, azioni coraggiose e creative dove  protagonisti erano giovani, pionieri curiosi, dentro gli spazi ancora sconosciuti dell’agricoltura in cui far vibrare l’amore per l’inedito nell’affollato mondo economico. E’ il messaggio che ho raccolto nell’ottava edizione di Oscar Green promossa da Giovani Impresa a Palazzo Rospigliosi.

Un antidoto a tanti dubbi e difficoltà provocati da una società competitiva e cinica, è la volontà di trovarsi insieme per crescere attraverso l’esperienza della vita associativa con la prospettiva di essere attori e protagonisti della propria storia. Una sfida enorme essere oggi speranza per il futuro, utilizzando saggiamente il dono del coltivare e custodire la terra. Il toccare con mano la fatica e il sudore, interagire con le dinamiche della cooperazione e della condivisione permette di considerare il lavoro in campagna come luogo dove si incrociano le speranze e le domande di futuro delle nuove generazioni.

Quelle che sono state premiate sono azioni concrete tipiche di chi vuole scendere in campo con un forte interesse a tessere alleanze, prendendosi cura dei rispettivi contesti territoriali con una forte passione per la vita, non da rassegnati ma con nel cuore la fiducia nel futuro.
Storie umane ed aziendali insieme che hanno il pregio di partire dalle risposte e non dai problemi, non dalla protesta ma dalla soluzione,   mettendosi in gioco, non avendo paura del futuro che avanza. C’è un ritorno dei giovani in agricoltura perché c’è posto per originalità, professionalità e progettualità nel segno di un’ economia che sa coniugare reddito, occupazione e solidarietà.

Per questo motivo i giovani non sono un problema ma una risorsa e l’agricoltura non è un settore marginale ma innovativo che sa creare valore aggiunto: il saper fare, è unito al saper pensare. Saper pensare è una grande risorsa: sono i pensieri positivi, costruttivi, solidali che costruiscono progetti di sviluppo. Sono i  pensieri sani a tracciare la rotta per un’economia dal volto umano. Ecco perché i pensieri vanno protetti e il pensare va alimentato. Per volare alto bisogna non aver paura dei pensieri solidi e nobili che permettono di percorrete le strade del coraggio, di giocare in squadra e di andare fiduciosi verso il futuro.

In agricoltura c’è uno sguardo sulla vita tanto diverso da quella che emerge dalla crisi. C’è un modello di sviluppo che parte dalla terra: l’amore alla vita, il rispetto della terra, il mantenimento della sua fertilità, la qualità del cibo, il cibo come veicolo educativo, la lotta allo spreco, la difesa del territorio…non sono valori di nicchia ma nuovi soggetti etici, ideali sicuri anche se esigenti.

Dietro queste esperienze c’è una visione che apre percorsi e strategie non solo individuali ma anche comunitarie nella logica del bene comune. La sostenibilità sociale, ambientale ed economica possono essere in relazione non dimenticando l’eredità culturale, sapienziale e spirituale che  incoraggia a costruire ponti e non elevate muri perché i ponti avvicinano e muri dividono.

Don Paolo Bonetti

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