Ancora Ogm
Parto da alcune considerazioni attinte al comunicato della Coldiretti relativo all’annuncio che la multinazionale tedesca della chimica Basf ha presentato richiesta all’Unione europea per la coltivazione e la commercializzazione di una patata denominata “Fortuna” geneticamente modificata destinata all’alimentazione umana. Sostiene, infatti, la Coldiretti, “che nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico fino al latte materno da mucche transgeniche) rimane elevato il livello di scetticismo dei cittadini. La realtà è infatti che gli Ogm attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini”. Credo possa servire, per attrezzarci per ipotetici contradditori, lo scambio di battute che ho avuto a seguito di una trasmissione radiofonica: “Tornando a casa”. Ve le ripropongo senza aggiustamenti e nello stile dialogico proprio delle e-mail. Lettera inviata alla trasmissione e a P. Miranda dell’Ateneo Regina Apostolorum Gli ospiti sono tutti notoriamente pro transgenico. Già la sua introduzione è viziata da un dato discutibile… nessun rapporto Fao ha certificato l’abbattimento della fame nel mondo attraverso gli Ogm. I paesi che coltivano Ogm nel mondo non hanno problemi di fame quanto piuttosto di povertà. La povertà, come i suoi ospiti sanno benissimo, non si vince con la semplice coltivazione degli Ogm. Inoltre, è scorretto mettere sullo stesso piano Ogm per uso energetico, farmaceutico, tessile e gli Ogm dell’agroalimentare. Non credo sia la stessa cosa indossare un capo di vestiario ottenuto da cotone Ogm e alimentarsi con mais Ogm. Il Padre Miranda, che non esprime il pensiero della Chiesa, e, da quando lo conosco, é sempre stato pro Ogm, dovrebbe poi spiegare agli ascoltatori come mai la stragrande maggioranza dei Missionari presenti nelle aree critiche del mondo, non fanno salti di gioia quando si propongono gli Ogm a soluzione dei grossi problemi di fame e povertà che riguardano le popolazioni da loro “servite”. Il problema dei suicidi degli agricoltori indiani sono veri e sono per lo più legati alla proprietà delle sementi di cui sono privati gli agricoltori conl’introduzione degli Ogm. Al suo ospite Roberto Defez, anziché inneggiare ai vantaggi economici del cotone Ogm per l’India, consiglierei di farsi un viaggio in India e verificare quanti di quei vantaggi hanno una ricaduta per l’abbattimento della povertà di quella popolazione. In ultimo il famoso Golden rice. Da decenni viene presentato come la soluzione per quelle popolazioni che oltre alla fame devono lottare contro il pericolo della cecità. Mi sa dire Elio Cadelo dove al momento è coltivato? Non mi risulta che, a tutt’oggi, alle popolazioni interessate, in particolare quelle del sud est asiatico, siano state distribuite le sementi e, soprattutto, sementi affrancate dai diritti legati ai brevetti. Inoltre, l’Oms non è ancora convinta, ritiene, infatti, che sarebbe più conveniente distribuire integratori e insegnare coltivare ortaggi contenenti vitamina A. Un ultima notazione. L’agricoltura ha sempre lavorato per il miglioramento e la conservazione della biodiversità e, quindi, in un certo senso, manipolando geni. Ma, questo lo sa bene il P. Miranda, un conto è operare nell’ambito della stessa specie e, un altro conto è produrre “organismi transgenici”. Gli americani, è stato detto che mangiano prevalentemente Ogm. Ma, è stata loro offerta un’alternativa? Non si può accampare con questo, che non subiscano, nel tempo, una qualche ricaduta al momento non prevista. Con molta facilità ci si dimentica della mucca pazza. Dove sono finiti gli scienziati, affetti da mania di “assoluta onnipotenza della scienza”, che dichiaravano che non c’era pericolo alimentare erbivori con farine animali? Risposta da P. Miranda (dalla Conduttrice della trasmissione nessuna risposta) P. Gaglianone dovrebbe sentire i contadini indiani e africani che hanno partecipato all’incontro organizzato in Vaticano nel 2004, e nella nostra Facoltà di bioetica l’anno scorso: sono loro a spiegare perché considerano estremamente vantaggiosa la coltivazione di Ogm, per esempio cotone. Sono loro a dire che "sia la Monsanto che noi siamo uomini: ci sediamo attorno a un tavolo e negoziamo; e se le loro sementi non ci servono, non facciamo nessun contratto…". Nessuno dei tre intervistati abbiamo detto o pensiamo che gli Ogm abbattono la povertà. Ma quando la contadina sudafricana che ha seminato un ettaro con sementi normali e l’altro con quelle geneticamente modificate, vede che come il cottone Ogm produce sette volte di più senza dover usare tutti i fertilizzanti che usava prima, conclude, come diceva nell’incontro in Vaticano: "Secondo voi, l’anno seguente cosa ho seminato nei due ettari?". Gli Ogm non sono La soluzione ma possono essere un contributo importante. E se poi non danno i risultati sperati, se non aiutano a migliorare la loro condizione, saranno gli stessi contadini a non usarli. Stia tranquillo P. Gaglianone: i contadini non sono scemi. Lasciamo loro la scelta. Replica, senza seguito, a P. Miranda Rev. Padre, 3. E’ eticamente corretto "informare" alla maniera che ho già sottolineato: mettere sullo stesso piano Ogm per uso energetico, farmaceutico, tessile e gli Ogm dell’agroalimentare. Non credo sia la stessa cosa indossare un capo di vestiario ottenuto da cotone Ogm e alimentarsi con mais Ogm! 4. Io appartengo ad una Congregazione che ha come specifico l’evangelizzazione del mondo rurale. Io credo molto nell’intelligenza degli agricoltori ed è su quella che punto quando propongo, sul campo e a livello di docenza, uno sviluppo che metta al centro la persona e il bene comune, come ben insegna la DSC e in particolare la Caritas in veritate. 5. Ho già detto sopra che non sono un esperto di bioetica, il mio campo è la sociologia. E le chiedo se sia etico affrontare il tema delle biotecnologie applicate alla produzione di cibo a prescindere dal valore "culturale" che lo stesso cibo ha per le popolazioni. Io credo che la Comunità umana sia fatta di persone e non di "relazioni economiche" (Marx) pertanto mi permetto di dissentire da quanto lei scrive, citando la frase di un contadino: "sia la Monsanto che noi siamo uomini…" Lei sa benissimo che il "peso contrattuale" tra Monsanto e agricoltore, sopratutto se piccolo agricoltore e, magari costretto da contingenze quali avversità meteorologiche e/o climatiche, non è proprio lo stesso. Ho avuto modo di verificare di persona questo tra i lavoratori agricoli delle piantagioni della Dal Monte nelle Filippine o tra i coltivatori di caffè della Colombia. 6. Ho avuto modo di seguire i convegni da lei citati … ma, mi perdoni l’impertinenza, "la musica la suonano gli orchestrali che sono invitati a salire sulla pedana!". 7. Per concludere, a me piace sempre il confronto e, in quanto sociologo, sono abituato a non assolutizzare mai. Le assicuro che non ho nulla da ridire su quelli che si professano proOgm, ma mi deve consentire, proprio in considerazione di quanto da lei scritto: "scandaloso invece mi sembra che quasi mai si dia spazio, sui grandi mezzi di comunicazione, alla posizione della stragrande maggioranza(?) degli scienziati esperti in questo tema (anche quelli della mucca pazza?). di ribadire quanto ho scritto: "la disinformazione la si compatte solo con informazioni complete e il confronto con una pluralità di opinioni". Padre Renato Gaglianone |
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