Il 2012-2013 “anno della fede”
Il prossimo 11 ottobre 2012, 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, inizia l’anno della fede. Un anno di riflessione e approfondimento della prima delle tre virtu teologali. Un anno indetto da Benedetto XVI in considerazione del fatto che: “Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune”. E’ importante, invece celebrare in maniera degna e feconda questo anno della fede perché “la riflessione sulla fede aiuti tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole ed a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, soprattutto in un momento di profondo cambiamento come quello che l’umanità sta vivendo”. Il Papa ricorda che già Paolo VI aveva indetto un anno speciale della fede, a due anni della chiusura del Concilio nel 1967, sottolineando che il rinnovamento passava anche attraverso la testimonianza offerta dalla vita dei credenti. Il Pontefice collega questo percorso ecclesiale a quello della nuova evangelizzazione, strettamente legato alla missione della Chiesa: “l’amore di Cristo che colma i nostri cuori ci spinge ad evangelizzare” scrive infatti il Papa. La nuova evangelizzazione, ricorda Benedetto XVI, è un supporto alla fede, perchè essa “cresce quando è vissuta come esperienza di un amore ricevuto e quando viene comunicata come esperienza di grazia e di gioia”. Il Santo Padre invitando i “Confratelli Vescovi” ad unirsi “al Successore di Pietro, nel tempo di grazia spirituale che il Signore ci offre, per fare memoria del dono prezioso della fede”, ne sottolinea il valore ecclesiale. E’ la Chiesa nel suo insieme che è chiamata a confessare la fede “in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza”. Pienezza e convinzione che sarà alimentata attraverso : “intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia e la ricoperta del Credo”. Un percorso per la conoscenza sistematica dei contenuti della fede attingerà, suggerisce il Papa al Catechismo della Chiesa Cattolica, “sussidio prezioso e indispensabile”. Luogo privilegiato comunque, per questo “cammino”, è “nelle nostre case e presso le nostre famiglie, perchè ognuno senta forte l’esigenza di conoscere meglio e di trasmettere alle generazioni future la fede di sempre”. A conclusione del Motu proprio Benedetto XVI apre ad una nuova enciclica, dopo quelle sulla carità e sulla speranza, infatti scrive: “la fede senza carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio”. Con San Paolo richiama: “Sostenuti dalla fede, guardiamo con speranza al nostro impegno nel mondo, in attesa di ‘nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia’” (2Pt 3,13; cfr Ap 21,1). Padre Renato Gaglianone |
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