il Punto Coldiretti

Eucaristia, terra e cibo

Eucaristia terra e cibo è il titolo del tradizionale appuntamento convegnistico dei Consiglieri ecclesiastici della Coldiretti. Il tema è suggerito dall’Evento ecclesiale che la Chiesa Italiana celebra nella Metropolia di Ancona: il XXV Congresso Eucaristico Nazionale.

La Coldiretti, peraltro coinvolta a vari livelli, non poteva non apportare un suo specifico contributo ad un evento, il Congresso Eucaristico, che è tutto un richiamo all’anima stessa del mondo agricolo rurale. Un contributo particolarmente opportuno, oggi, dal momento che sembrano essersi smarriti i riferimenti valoriali che danno corpo a quel “frutto della terra e del lavoro dell’uomo” evocato ad ogni celebrazione eucaristica.

Eppure, ricorda Benedetto XVI nell’Esortazione apostolica post sinodale sull’Eucaristia:  «Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo » (Gv 6,51). Con queste parole il Signore rivela il vero significato del dono della propria vita per tutti gli uomini. Esse ci mostrano anche l’intima compassione che Egli ha per ogni persona. In effetti, tante volte i Vangeli ci riportano i sentimenti di Gesù nei confronti degli uomini, in special modo dei sofferenti e dei peccatori (cfr Mt 20,34; Mc 6,34; Lc 19,41). Egli esprime attraverso un sentimento profondamente umano l’intenzione salvifica di Dio per ogni uomo, affinché raggiunga la vita vera. (n.88)

Sembra particolarmente attuale quando scriveva Friedrich Herr qualche decennio addietro: "Charles Péguy ha mosso a Dante il rimprovero di aver percorso l´inferno come un turista. I cristiani d´oggi prendono spesso parte al mondo solo come turisti, con qualche curiosità, con una sincera partecipazione, ma senza quel radicale "esser-presi" che vede come io qui e adesso sia collaboratore di Dio, corresponsabile della crescita dell´umanità fino alla piena età di Cristo, comunicando con tutti gli uomini che vengono a me, accettando in tutti Cristo e lasciandomi schiudere e maturare con essi, in modo da diventare io sempre più cristiano ed essi sempre più uomini". (Cristianesimo aperto, La Locusta).

Ma le responsabilità dei cristiani ci sono tutte nel ricercare un’autentica vita eucaristica per la costruzione di “un’autentica” umanità. Lo ricorda sempre il Papa, nel documento sopra citato: “Di conseguenza, le nostre comunità, quando celebrano l’Eucaristia, devono prendere sempre più coscienza che il sacrificio di Cristo è per tutti e pertanto l’Eucaristia spinge ogni credente in Lui a farsi «pane spezzato» per gli altri, e dunque ad impegnarsi per un mondo più giusto e fraterno”.

E questo attraverso una opera di denuncia. Infatti:  “Non possiamo rimanere inattivi di fronte a certi processi di globalizzazione che non di rado fanno crescere a dismisura lo scarto tra ricchi e poveri a livello mondiale. Dobbiamo denunciare chi dilapida le ricchezze della terra, provocando disuguaglianze che gridano verso il cielo (cfr Gc 5,4). Il Signore Gesù, Pane di vita eterna, ci sprona e ci rende attenti alle situazioni di indigenza in cui versa ancora gran parte dell’umanità: sono situazioni la cui causa implica spesso una chiara ed inquietante responsabilità degli uomini”.

Infatti, «sulla base di dati statistici disponibili si può affermare che meno della metà delle immense somme globalmente destinate agli armamenti sarebbe più che sufficiente per togliere stabilmente dall’indigenza lo sterminato esercito dei poveri. La coscienza umana ne è interpellata. Alle popolazioni che vivono sotto la soglia della povertà, più a causa di situazioni dipendenti dai rapporti internazionali politici, commerciali e culturali, che non a motivo di circostanze incontrollabili, il nostro comune impegno nella verità può e deve dare nuova speranza».

La portata drammatica di queste sollecitazioni del Magistero Pontificio le possiamo cogliere nelle cifre che le agenzie Onu ci sbattono in faccia con sempre più frequenza. Oggi, circa 850 milioni di persone sono cronicamente sottoalimentate e non sono in grado di avere un’alimentazione sufficiente per soddisfare neppure i propri bisogni energetici di base.

Approssimativamente, 200 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di sintomi acuti o cronici di malnutrizione; questo numero aumenta durante i periodi di scarsità alimentare stagionali e in tempi di carestia e di disordini sociali. Secondo alcune stime, la malnutrizione è un fattore determinante per i 13 milioni di bambini sotto i cinque anni che, annualmente, muoiono a causa di malattie e infezioni che potrebbero essere prevenute quali il morbillo, la diarrea, la malaria e la polmonite, o di combinazioni delle medesime.

In tutto il mondo, è necessario aumentare gli sforzi per garantire la ‘sicurezza alimentare’ al fine di eliminare la fame e la malnutrizione e le loro devastanti conseguenze tra le generazioni presenti e quelle a venire. 
E’ vero che nell’ultimo secolo, sono stati compiuti rimarchevoli progressi al fine di aumentare la quantità e qualità della produzione alimentare mondiale e migliorare lo stato nutrizionale delle popolazioni.

Ma, per mettere fine alla fame è necessario cominciare a garantire non solo  che gli alimenti siano prodotti in quantità sufficiente e diventino accessibili per tutti. Infatti, aumentare semplicemente la produzione alimentare non garantisce l’eliminazione della fame. Deve essere garantito l’accesso di ogni individuo, e in ogni momento, ad alimenti sicuri e sufficienti dal punto di vista nutritivo, necessari per una vita attiva e sana.

E il Papa denuncia: “Il cibo della verità ci spinge a denunciare le situazioni indegne dell’uomo, in cui si muore per mancanza di cibo a causa dell’ingiustizia e dello sfruttamento, e ci dona nuova forza e coraggio per lavorare senza sosta all’edificazione della civiltà dell’amore. Dall’inizio i cristiani si sono preoccupati di condividere i loro beni (cfr At 4,32) e di aiutare i poveri (cfr Rm 15,26)”.

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