il Punto Coldiretti

Coldiretti cresce nella rappresentanza

di Sergio Marini

A proposito di rappresentatività, ogni tanto vale la pena ricordarci un po’ di numeri, quelli veri per intenderci, non certo per replicare a quella disinformazione a pagamento che in tempi di crisi, capiamo, deve pur campare, ma per  spronarci  e  convincerci ancora di più che l’onere e l’onore di cambiare le sorti della nostra agricoltura sono tutti nostri, così come tutto nostro deve essere il coraggio per farlo sino in fondo.

Ebbene, cominciamo subito con una prima  buona notizia: Coldiretti nel 2009 ha visto aumentare a 1.627.608 i propri associati e anche la sua rappresentatività in numero di aziende è cresciuta rispetto all’anno precedente, rafforzando il suo essere maggioranza assoluta nell’agricoltura italiana.

A conferma indiretta del nostro posizionamento è il caso di riportare una serie di parametri che, facendo riferimento esclusivamente a dati ufficiali e certificati dalla Pubblica Amministrazione, non possono subire manipolazioni alcuna (naturalmente parliamo dello spaccato dei soci che rilasciano delega o effettuano domande o iscrizioni nella Pubblica Amministrazione per il tramite delle Organizzazioni, essendo solo questa fetta associativa certificabile dal pubblico).

Ecco, dunque, i pesi della rappresentatività di Coldiretti rispetto alle altre tre Organizzazioni agricole, Confagricoltura, Cia e Copagri, che emergono, come detto, da fonti pubbliche ovvero Inps, Cciaa, Agea.

Tra Coltivatori Diretti e Iap (Imprenditori agricoli professionali) che rilasciano delega (fonte Inps 2009) rappresentiamo il 66,24%.

Tra gli iscritti per il tramite di Coldiretti nelle Camere di commercio rappresentiamo il 68,11% (ultimo dato Cciaa 2008).

In termini di domande Pac presentate dal nostro coordinamento Caa Coldiretti, rappresentiamo il 53% (dato Agea 2009), che sviluppa circa il 55%  della superficie coltivata a premio Pac, nonché circa il 65% dei capi allevati.

Inoltre, rappresentiamo il 66,84% delle giornate di lavoro effettuate dai Coltivatori Diretti e Iap (dato Inps 2009) e il 53,0% del totale delle giornate lavorative effettuate in agricoltura, (dato deleghe Inps 2009).

Ed ancora, è socio di Coldiretti il 40,62% (fonte Inps 2008) dei datori di lavoro che assumono manodopera rilasciando delega ad Organizzazioni agricole, e siamo, dunque, la prima organizzazione datoriale per numero di imprese.

L’unico dato che merita una riflessione è quello delle giornate lavorative effettuate da lavoratori dipendenti che rilasciano delega alle Organizzazioni, dove con il 30,38% siamo secondi. Ma qui, a guardarci dentro, ci siamo accorti che, a differenza di chi predica sindacato “libero” e condanna gli “intrecci” con la pubblica amministrazione, noi non beneficiamo di quella corposa fetta di giornate lavorative che aziende pubbliche e assimilate, ci aspettiamo in trasparenza, hanno delegato  a coloro che si vantano di essere la prima organizzazione datoriale in termini di numero di giornate lavorative.

Per completare il quadro dei numeri, aggiungiamo che al  31 dicembre 2009 le deleghe, certificate Inps, rilasciate alla Federpensionati Coldiretti sono 667.473, che posizionano la nostra Federpensionati al 1° posto tra i Sindacati dei lavoratori autonomi, al 1° posto tra i Sindacati agricoli ed al 3° posto tra tutti i Sindacati dei pensionati (compresi quelli dei lavoratori dipendenti).

Nel 2009 il Patronato Epaca ha svolto il 7,65% del totale delle attività Inps certificate che lo posizionano al 1° posto tra i Patronati dei lavoratori autonomi, al 1° posto tra i Patronati del settore agricolo e al 4° posto tra tutti i Patronati di tutti i settori, compresi quelli del lavoro dipendente (in totale sono 27 i Patronati, agricoli e non agricoli, riconosciuti).

Il Caf Coldiretti ha elaborato oltre 632.000 modelli 730, che lo collocano al 1° posto tra i Caf del settore agricolo e al 7° posto tra i circa 60 Caf, agricoli e non agricoli, riconosciuti in Italia.

A questo punto, mi sembra opportuno continuare con una seconda buona notizia che si collega alla prima: il peso crescente di Coldiretti ha determinato anche una maggiore rappresentanza in seno al Cnel  (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro).

Non a caso, in questi giorni, sono state rese pubbliche le designazioni da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri che, a seguito della valutazione degli elementi previsti dalla legge per la ricostituzione del Cnel, ha premiato la ulteriore crescita di rappresentatività della Coldiretti.

In sostanza, da quest’anno Coldiretti aumenta da 4 a 5 i propri rappresentanti, ottenendo così la maggioranza assoluta, (a ogni buon fine, è bene ricordare che alle altre organizzazioni  sono toccati: 2 rappresentanti alla Cia e 1 ciascuno a Copagri e Confagricoltura, che ne ha perso 1). 

C’è anche una terza buona notizia: vale la pena ricordare che naturalmente tutto questo nuovo riscontro non ha ancora implementato la nostra rappresentanza di filiera, infatti la nostra cooperazione, i nostri mercati di  Campagna Amica, i  nostri Consorzi agrari, il  sistema Impresa pesca (che da questa settimana è entrato a pieno titolo nella Coldiretti) non sono ancora    conteggiati nei numeri certificati dal pubblico, motivo per cui il nostro peso è destinato a rafforzarsi  ulteriormente, e di molto, nei prossimi mesi.

A proposito di buone notizie, di rappresentanza e rappresenatatività vi sarebbe poi un altro capitolo da trattare, quello che ci vede legittimati  in pieno a essere forza sociale non solo di imprese e territorio, di cibo e di ambiente, ma anche  di famiglie, di uomine e donne che vogliono  bene all’Italia e che hanno in testa un preciso modello di vita e un’idea per lo sviluppo. Ma questa è un’altra storia che  merita uno spazio tutto suo e che tratteremo più avanti, poiché  le buone notizie sono come le ciliegie, dove una tira l’altra.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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