La differenza c’è e si vede
La differenza si vede. Mettete vicine le due immagini, quella delle “solitarie” proteste dei trattori che stanno animando (si fa per dire) le piazze italiane e l’altra della scesa in campo coesa della Coldiretti. Non ci sono dubbi nel comprendere chi porta avanti una piattaforma organica, complessa e partecipata e chi invece alza solo polvere. A parlare della piu’ grande manifestazione di agricoltori italiani a Bruxelles da oltre 25 anni sono infatti i numeri. Più di 3mila associati della Coldiretti che hanno lasciato le proprie aziende nella giornata del Consiglio dei ministri agricoli dei 27 hanno confermato (se ce ne fosse ancora bisogno) la capacità della più grande organizzazione agricola europea di mettere in campo strategie e visioni di lungo periodo ma anche la forza per sostenerle. Sono stati “veri” agricoltori da tutte le regioni e con tanti giovani e donne ad alzare gli scudi con la Coldiretti a Bruxelles per presentate proposte concrete e realizzabili alle Istituzioni comunitarie, dalle quali dipendono i destini della nostra agricoltura. Che dire rispetto alle poche centinaia (nel migliore dei casi) rappresentanti delle sigle frastagliate, ognuna portatrice di interessi personali, con tanto rancore ma senza un piano strategico spendibile. Divide et impera dicevano gli antichi romani e a questo devono aver pensato quei politici che hanno colto l’opportunità per cavalcare una protesta scomposta e sottrarsi dalle proprie responsabilità. Più facile affrontare sparuti gruppi improvvisati che una Organizzazione di categoria strutturata come la Coldiretti che ha fatto la storia dell’agricoltura italiana tracciando una traiettoria di futuro che fa leva sulla qualità, la sicurezza, la distintività e soprattutto sull’orgoglio dei produttori. Un tentativo di disintermediazione che, oggi è più chiaro, non sarà consentito. |