il Punto Coldiretti

La riscossa dell’economia reale

Questo per la nostra agricoltura potrebbe essere il momento giusto! Il mondo torna a dare  peso alla economia fatta di  cose vere, concrete, quelle che si possono toccare.

E, a pensarci su, di concreto e vero come il cibo che mangiamo tutti i giorni non c’è niente.  Quel cibo che produciamo noi agricoltori, e solo noi, per tutti!

Un misero, cosi ci hanno fatto intendere,  3-4% del PIL, quello agricolo, sul quale però si costruisce un altro 20% di economia reale, quella dell’alimentare, la quale a sua volta “nutre”  un’altra buona fetta di PIL, quello  finanziario, immateriale e anche un po’ fasullo. 

Curioso questo mondo alla rovescia, dove l’agricoltore che coltiva per un anno intero riceve  molto meno di chi in un giorno trasporta o vende, e dove il compenso maggiore va a chi gioca sui prezzi e specula sul lavoro degli altri.

Mondo alla rovescia non solo nella ripartizione di ricchezza ma anche nella considerazione  sociale, nella  percezione della modernità e finanche della affidabilità di impresa. Uno Stato è moderno se retto dalla finanza e arretrato se agricolo; investire nei “debiti” è sembrato    più redditizio e sicuro (almeno sino a ieri) che sostenere chi tira su un frutteto o un allevamento.

Veramente curioso questo “mondo alla rovescia”, curioso e fantasioso tanto da augurarsi di  liberarsene il più presto possibile, prima che combini guai ancora più seri. 

E’ in tale ottica che tutti questi scricchiolii, dalla grande crisi finanziaria a quella  energetica, dall’emergenza  alimentare a quella ambientale, nel loro male assoluto, penso abbiano un rovescio della medaglia, quello di fornirci il metro giusto per rimisurare il valore reale delle cose.

Se così sarà, il tempo che stiamo vivendo potrà rappresentare l’occasione buona  per iniziare a raddrizzare questo "mondo capovolto": ciò che è primario potrà tornare ad essere primario, ciò che è inutile potrà  tornare ad essere considerato inutile, ciò che è dannoso dovrà essere eliminato. 

Rimbocchiamoci dunque  le maniche e nessuna paura, dobbiamo far diventare questa fase storica il “nostro momento”, la “nostra occasione”. Non so di quanto tempo avremo bisogno ma il ritorno ad un ordine naturale delle cose è già cominciato e questo potrà portare solo giovamento. 

Il piano di rigenerazione della filiera agroalimentare, al quale come Coldiretti stiamo  lavorando, è il nostro piccolo contributo per cambiare un po’ di questo  mondo che non va; quello, per intendersi, che alla nostra agricoltura lascia solo il 17% di quanto spende chi va a fare la spesa al supermercato, quello che vede la pasta aumentare del 25% nel  negozio  mente il grano scende del 60%, quello  dove, dopo aver coltivato, lavorato e confezionato un prodotto, e lo vai a proporre per lo  scaffale della distribuzione, non ti devi meravigliare se, ancora e di nuovo, qualcuno ti chiede di tirar fuori soldi.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi