L’accordo Pac rilancia il progetto economico
di Sergio Marini Il giudizio positivo che abbiamo dato della riforma della Politica agricola comune (Pac) si basa su due presupposti, uno di metodo e uno di merito. Rispetto al metodo, apprezziamo il progressivo abbandono delle politiche sostitutive del mercato, limitandole ai casi di sussidiarietà per crisi evidenti, e il rafforzamento di azioni più attente a definire, invece, le regole di funzionamento del mercato. Nel merito, le varie misure vanno lette rispetto agli effetti che le stesse potranno avere nel sostenere il progetto economico che stiamo portando avanti. Il maggior grado di disaccoppiamento permette più libertà imprenditoriale, il rafforzamento del secondo pilastro garantisce più risorse per investimenti, competitività e giovani, il nuovo Articolo 68 diventa uno strumento nuovo per poter intervenire sulle sempre più frequenti crisi di settore. In ultimo, per quanto riguarda il latte, è improbabile che l’anticipazione delle quote per l’Italia sia causa di un calo dei prezzi alla produzione, semmai saranno le maggiori produzioni europee a doverci preoccupare, e dunque la massiccia invasione di latte non italiano a prezzi stracciati e di dubbia qualità. Sarà nella nostra capacità di attivare il progetto, per far emergere il valore distintivo del made in Italy e per ricercare una nuova trasparenza di filiera, che dovremmo riporre le nostre aspettative di tenuta dei prezzi. Per il latte il problema è dunque solo un altro, ovvero come verranno ripartite tra i produttori le nuove quote. Rispetto a questo, noi aspettiamo di leggere le carte anche se confermiamo la nostra disponibilità a discutere soluzioni in un alveo di legalità e di tutela nei confronti di chi fino ad oggi ha rispettato le regole e, magari, si è indebitato per farlo. |