L’agricoltura torni protagonista della Pac post 2013
di Sergio Marini Trovato dunque l’accordo con la sottoscrizione di un documento da parte di tutte le rappresentanze della filiera (organizzazioni agricole, cooperative e sindacati con esclusione dell’industria che non ha firmato) sulla Pac post 2013. Il documento rappresenta un deciso passo avanti verso la condivisione di un modello agroalimentare dove la centralità e il protagonismo tornino nelle mani degli agricoltori e del territorio, ma anche un forte pungolo a Governo e Parlamento italiano e alla Ue per sostenere una idea di futura Pac decisamente orientata all’impresa agricola professionale che opera sul territorio e ad una filiera agroalimentare gestita dagli agricoltori. Trasparenza, filiera corta, informazione ai consumatori, qualità, più efficaci strumenti di mercato, assicurazione al reddito, difesa del budget, sussidiarietà e semplificazione, e, ancora, centralità del lavoro e contrasto alla rendita fondiaria sono, infatti, le parole chiave del documento e non vi è dubbio che ciascuna rappresenti un fondamento storico nel sostegno al nostro progetto di filiera agricola italiana firmata dagli agricoltori. Naturalmente saranno i comportamenti che ciascuno assumerà nei prossimi mesi a chiarire se queste firme sono state apposte per convincimento pieno o per opportunità consigliata dal particolare momento che vive la rappresentanza. Noi ci auguriamo che si sia la prima fattispecie a prendere corpo e lavoreremo per quello, diversamente non perderemmo neanche un minuto, la nostra strada la conosciamo e sappiamo anche come andare veloci. Ma torniamo all’accordo: il documento sottoscritto sostiene una Pac che favorisca la competitività dell’agricoltura sotto il profilo economico ambientale e sociale, che sia in grado di innovare le attuali inefficienze nella fase di programmazione e gestione dell’offerta, che risponda alle domande dei consumatori in tema di informazione e trasparenza, che crei le condizioni per il protagonismo e la gestione diretta da parte degli agricoltori di filiere corte e trasparenti per favorire l’occupazione, che ridia centralità al territorio e all’economia reale. Ed ancora è presente una richiesta al governo per un forte impegno per il mantenimento del budget agricolo nazionale. Si confermano i pagamenti diretti – disaccoppiati – e la necessita di una redistribuzione graduale per superare il criterio storico. E’ prevista inoltre una qualificazione della spesa, privilegiando agricoltori attivi e professionali, centralità del lavoro e contrasto delle posizioni di rendita fondiaria. Si chiede un nuovo articolo 68 capace di premiare i comportamenti virtuosi ma anche di rappresentare un’ancora per settori strategici o che necessitano di ristrutturazione. Si propongono misure di mercato che privilegino soprattutto le assicurazioni ai prodotti e al reddito. Si sostiene uno sviluppo rurale che assuma una caratterizzazione decisamente più agricola rispetto al passato, per evitare dispersioni di risorse, che stimoli un modello produttivo che combini sostenibilità economica sociale ed ambientale e che concentri le risorse verso le imprese e il mercato. Un Psr che finanzi gli investimenti tesi all’innovazione, all’organizzazione, alla promozione, all’accorciamento, efficienza e trasparenza delle filiere. Si chiede il superamento dei limiti dimensionali ai fini del Piano di sviluppo rurale per le imprese di filiera, ma solo nei casi che queste siano controllate dai produttori agricoli. In ultimo si concorda sul rafforzamento della sussidiarietà e sulla semplificazione delle procedure. |
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