il Punto Coldiretti

L’ambiguità mette a rischio il Made in Italy

Dal vino alla mozzarella fino all’olio di oliva siamo di fronte ad un atteggiamento ambiguo nella tutela delle produzioni che rischia di danneggiare irreversibilmente un patrimonio costruito negli anni con il sacrificio e la professionalità di centinaia di migliaia di imprenditori agricoli. Non viene fatto rispettare l’obbligo di indicare l’origine delle olive impiegate nell’extravergine in vigore da mesi che consentirebbe di smascherare inganni e frodi che quando scoppiano vengono gestiti con una schizofrenia imbarazzante per l’immagine dell’Italia all’estero, come dimostrano i casi della diossina e del vino.

Perché dopo aver approvato il decreto per l’etichettatura dell’extravergine di oliva non viene fatto rispettare ?

Perché si parla di tutela della qualità e si tenta invece di far approvare un decreto legislativo per consentire la detenzione del latte in polvere nei caseifici e il suo impiego per la produzione dei formaggi non a denominazione d’origine ?

Perché sulla vicenda della mozzarella di bufala c’è stata una escalation di notizie forvianti e contraddittorie che hanno allarmato i consumatori e danneggiato l’immagine del Made in Italy ?

Perché si è aspettato il richiamo dell’Unione Europea per rassicurare i consumatori sull’assoluta assenza di rischi sanitari della frode sul vino ? Eppure da tempo era nota tra gli addetti ai lavori la notizia che un importante giornale avrebbe dedicato grande spazio al tema delle sofisticazioni del vino in occasione del Vinitaly, ma dal Ministero del  Politiche Agricole si è preferito aspettare che il caso scoppiasse in tutto il suo clamore, pur essendo a conoscenza dei fatti. Un intervento piu’ tempestivo nel rispetto della legge avrebbe senza dubbio limitato i danni economici e di immagine.

L’ambiguità aumenta l’allarme e la confusione tra i consumatori e mette a rischio la credibilità del sistema produttivo e con essa il reddito delle imprese agricole. E’ sull’ambiguità che trovano terreno fertile le frodi e le sofisticazioni di pochi delinquenti che  danneggiano tutti.

La stessa ambiguità che ha portato l’Italia a votare a favore di una riforma europea del settore vitivinicolo che invece di rendere trasparenti etichette e pratiche enologiche aumenta le possibilità di frodi e sofisticazioni e la confusione per i consumatori.

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