il Punto Coldiretti

L’Europa non tuteli gli interessi dei “delinquenti”

di Sergio Marini

Inizia l’anno con una nuova emergenza alimentare: la diossina su uova latte e carne prodotti in Germania. Non sappiamo bene cosa sia successo, ma mi pare di capire che gli oli esausti dei motori sarebbero stati, per cosi dire, “riciclati” da una industria tedesca come mangimi per alimentare galline, maiali e vacche da latte. 

Per fortuna sulle uova c’è l’etichettatura obbligatoria, riconoscendo dunque lo Stato di provenienza potremmo “scegliere italiano”. Ma su latte, formaggi e carni suine l’etichetta non c’è, in questi casi dovremo continuare ad affidarci alla buona sorte, quella dei controlli alla produzione, quegli stessi controlli però che avrebbero permesso ad aziende tedesche di smistare in Europa  prodotti alla diossina per mesi senza che nessuno se ne accorgesse.

Non vogliamo fare polemica, ma questa nuova emergenza cozza clamorosamente  con la inerzia  comunitaria, riaffermata ancora pochi giorni fa con la contrarietà (esclusa Italia e pochi altri paesi) a una etichetta obbligatoria europea con l’origine degli alimenti in quanto, bontà loro, sarebbe lesiva della libera concorrenza.

Secondo l’Ue dunque con una chiara etichettatura lederemmo gli interessi commerciali di quei “delinquenti” che fabbricano alimenti zootecnici con olio bruciato di motori, ovvero del mercato di quella carne, quel latte e quelle uova che avvelenano le nostre tavole e uccidono le nostre imprese oneste. Bel modo di tutelare i consumatori  europei e di interpretare i valori del libero mercato.

Ma evidentemente questi ultimi aspetti poco contano per la Ue delle lobby e degli interessi, quelle lobby e quegli interessi che conosciamo bene in quanto anche in Italia hanno cercato di bloccare la nostra legge sull’etichettatura. Una legge che ci siamo fatti in casa e che ci aspettiamo arrivi velocemente ad essere approvata.
 
Oggi più che mai la nostra legge nazionale rappresenterebbe infatti un punto a favore della civiltà e della democrazia, ma anche un chiaro monito alla Ue: quando forze sociali, consumatori e cittadini fanno squadra è possibile sconfiggere le lobby  e far vincere la gente, quando è in gioco la salute e la sicurezza di ciò che mangiamo si deve agire subito e non darsi tre anni per pensarci su, come vuole fare l’Europa.

Ecco perché dobbiamo approvare la nostra legge italiana e dobbiamo applicarla subito anche a costo, se necessario, di aprire un contenzioso con l’Ue.

Oggi possiamo e dobbiamo confermare ancora una volta che quando si parla di trasparenza, sicurezza e qualità dei cibi italiani ovvero della filiera agricola italiana noi siamo un passo avanti a tutti!

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