Rappresentare gli interessi comuni
di Sergio Marini Il ristagno economico rappresenta un formidabile terreno di coltura per tutte quelle forze, più corporative e meno innovative, che vedono nella conservazione il porto più sicuro per approdare nella convinzione di mantenere la propria posizione di rendita quale unica strada di sopravvivenza. Questo ragionamento vale ancora di più per le organizzazioni di categoria che hanno già per missione la tutela dell’interesse particolare rispetto a quello generale. Potremmo dire che, paradossalmente, in un momento di crisi economica dove occorrerebbe un forte e corale impegno per la crescita, la rappresentanza di interessi particolari trova più utile e conveniente tirare la coperta corta verso se stessa invece che mettersi in testa di contribuire a tesserne della nuova. Tutto questo è naturale, è dimostrato dalla storia e anche da fatti recenti. Solo nel caso in cui la rappresentanza di interessi aggregasse un gruppo sociale numericamente molto importante troverebbe più conveniente rimettere al centro dei propri obiettivi la crescita generale ponendola dunque sullo stesso piano della questione rivendicativa. Quando si è molto rappresentativi, infatti, nessuna politica redistributiva, anche la più di parte, potrà mai compensare le perdite dovute alla riduzione del totale generale da ripartire. In sintesi potremmo dire che anche nella rappresentanza di interessi, soprattutto in momenti di crisi, più si rappresenta gruppi piccoli e frammentati, più si è corporativi e dunque meno disponibili a compiere sacrifici per la collettività. |