il Punto Coldiretti

Sicurezza, è allarme anche in campagna

Occorre invertire la tendenza allo smantellamento dei presidi pubblici e delle forze di sicurezza presenti sul territorio dove l’allarme sicurezza è accentuato dalla situazione di isolamento in cui vivono cittadini e imprese con i fenomeni malavitosi che sviluppano a danno delle campagne italiane un giro di affari di 7,5 miliardi di euro, secondo il rapporto della direzione nazionale antimafia (Dna).

Ill problema della sicurezza non riguarda solo le città ma anche le aree rurali dove è necessaria una azione di prevenzione per garantire un quadro di legalità diffusa in un tessuto sociale che sta rapidamente cambiando.

Secondo l’Istat, il 55 per cento degli abitanti nei comuni con meno di duemila abitanti dichiara di avere difficoltà nel raggiungere le forze dell’ordine con una percentuale ben piu’ alta a quella delle grandi città e superiore di oltre il 15 per cento a quella media nazionale.

Una situazione preoccupante di fronte al moltiplicarsi in agricoltura di furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, estorsioni, pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell’Unione europea e caporalato.

A questi fenomeni si aggiungono quelli legati allo smaltimento illecito dei rifiuti, all’importazione illegale di alimenti a rischio e al mancato rispetto di norme igienico sanitarie, che oltre ad avere un impatto economico mettono a rischio la salute di tutti i cittadini.

Ma la criminalità, sia italiana che straniera, controlla in modo pesante la manodopera, specie in nero, offerta soprattutto da immigrati, con rilevanti ripercussioni sotto il profilo del rispetto dei diritti umani e della salute, della violazione delle norme sull’immigrazione, dell’evasione contributiva, con riflessi anche dal punto di vista della concorrenza sleale che ne deriva nei confronti delle imprese che rispettano le leggi.

Non si può accettare che un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune, sia vittima di inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano uomini e il proprio lavoro e mettono a rischio la sicurezza dei cittadini in termini economici e sanitari. La qualità del Made in Italy dipende dalla qualità e dalla trasparenza dei processi produttivi che concorrono a realizzarlo a partire dal lavoro.

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