il Punto Coldiretti

Una politica per l’impresa

di Sergio Marini

In vista dell’appuntamento elettorale è intenzione della Coldiretti incontrare tutti i principali leader degli schieramenti elettorali per approfondire il confronto sul documento di proposte elaborato dalla giunta nazionale per “Il rilancio dell’Italia”. E’ evidente che analizzeremo in dettaglio le proposte ma deve essere altrettanto chiaro che è importante non è solo quello che si scrive e si dice, ma soprattutto quello che si riuscirà a fare che dipende dalla credibilità che ciascun schieramento saprà mettere in campo.

Con il nostro progetto abbiamo individuato due filoni prioritari di intervento: da una parte occorre rafforzare le imprese agricole nella loro capacità di produrre, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, dall’altra bisogna impegnarsi nella difesa a tutto campo del prodotto italiano, della sua identità e della sua sicurezza.

Al nuovo Governo chiediamo di affrontare il tema dei costi di produzione che è divenuto centrale, ma occorre anche rivalutare i Consorzi Agrari per attivare economie di scala tese a contenere le spese dei fattori tecnici necessari per l’attività d’impresa. E’ necessario intervenire sul carico burocratico che grava sulle aziende, che non solo costituisce un costo, ma spesso ne pregiudica l’attività, potenziando gli strumenti esistenti che regolano il rapporto tra impresa e Pubblica amministrazione. Vanno definitivamente stabilizzate le agevolazioni fiscali che ogni anno sono oggetto di proroga ed occorre estendere a tutti i settori la sperimentazione che si sta avviando con l’introduzione dei ticket per i lavoratori agricoli impegnati nella vendemmia.

Un altro aspetto fondamentale è quello delle infrastrutture, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo dell’acqua: serve un piano concreto per aumentare gli invasi e migliorare l’efficienza della rete distributiva oltre che degli impianti di irrigazione. Se non si interverrà concretamente in questo campo andremo inevitabilmente incontro a situazioni ingestibili: è evidente che alle prese con un’emergenza, di fronte alla scelta tra uso potabile e uso irriguo si privilegia il primo, ma questo vorrebbe dire mettere tante aziende agricole nell’impossibilità di coltivare, con conseguente scarsità di prodotto e ulteriore aumento dei prezzi.

A livello comunitario occorre un impegno serio e autorevole del Paese che sappia portare a compimento quelle politiche come il disaccoppiamento che hanno dimostrato di aumentare il potere contrattuale delle imprese e reso piu’ flessibile l’offerta produttiva rispetto alla domanda di mercato, smontando anacronistiche rendite di posizione. Serve una ricomposizione della filiera agroalimentare, i troppi passaggi e le inefficienze odierne che portano i prezzi alle stelle per i consumatori danneggiano le imprese agricole due volte perché riducono i margini e favoriscono il calo dei consumi. Per questo un rapporto nuovo e diverso va costruito anche con la distribuzione commerciale per garantire spazio sugli scaffali al vero prodotto Made in Italy. Per crescere è necessario difendere e tutelare il Made in Italy in italia e nel mondo con la piena applicazione della legge 204/2004 per l’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i prodotti e il potenziamento dei controlli contro frodi, sofisticazioni e le importazioni illegali.

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