il Punto Coldiretti

Prandini: “L’Europa dia risposte alle imprese”

Presidente, Ministro, Autorità tutte, soci della Coldiretti, prima di iniziare il mio intervento vorrei dedicare un pensiero a tutte le nostre imprese agricole che sono state colpite dalla recente alluvione nell’Emilia Romagna e nelle Marche, così come a tutte quelle danneggiate dalla siccità, dalla psa o da altre emergenze. Siamo con voi e faremo di tutto per non lasciare nessuno indietro. Perché? Perché da 80 anni il ruolo della Coldiretti è questo: difendere gli agricoltori e le loro famiglie, proteggere il loro reddito, la nostra dignità. Che poi è un modo di realizzare anche l’articolo 3 della Costituzione, che obbliga un po’ tutti, con la Repubblica, a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. 

Siamo una grande comunità, Presidente. Una comunità dove al centro ci sono le persone. Potrebbe sembrare un concetto banale, scontato. Ma crediamo non lo sia, soprattutto nel tempo in cui viviamo dove la concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi, l’indebolimento del ceto medio che ha contraddistinto la storia del nostro paese negli ultimi decenni, sta minando le certezze che abbiamo sempre avuto.

Lo ha detto il nostro Segretario generale, siamo nati durante la Seconda guerra mondiale. Siamo stati protagonisti di un riscatto sociale senza pari, siamo stati un motore della rinascita dell’Italia. E ancora oggi rappresentiamo il cuore pulsante che dà vita al sistema agroalimentare italiano che in tutta la filiera genera un valore che supera i 620 miliardi di euro. Siamo una grande comunità popolare e rivendichiamo con orgoglio il lavoro di relazione umana che ogni giorno mettiamo in campo nelle nostre aziende. Siamo un grande laboratorio di inclusione a cielo aperto.

Penso alle migliaia di esperienze di agricoltura sociale che in tutte le Regioni rappresentano un welfare integrativo e di sussidiarietà a quello pubblico. Penso all’impiego dei lavoratori stranieri, perché la nostra agricoltura è frutto del lavoro comune fatto anche con i nostri preziosi collaboratori che vengono da fuori. E continueranno a venire per aiutarci a crescere contando sulla nostra ospitalità, oltre che fuggendo dalle miserie, dalle guerre, dalle paure avvertite nelle loro terre di provenienza.

Proprio per questo abbiamo voluto la legge contro il caporalato, perché lo sfruttamento va combattuto sempre. Non è tollerabile in Italia come fuori dai nostri confini. Il rispetto delle persone, dei lavoratori, non è un valore negoziabile per noi. Lavoriamo da decenni per valorizzare anche il ruolo della donna in agricoltura: le storie che abbiamo ascoltato e questa sala lo dimostrano. E non possiamo non ricordare la multifunzionalità delle nostre imprese, che animano tutti i territori del nostro Paese. I nostri mercati di Campagna amica sono l’immagine limpida di tutto questo: sono il luogo dove cittadini e agricoltori diventano coproduttori e condividono una visione democratica del cibo. 

C’è un’Italia che non è solo fatta di città. È la nostra Italia, Presidente, quella delle aree rurali, delle aree interne. Un’Italia viva, dove ci sono oltre un milione e seicentomila giovani sotto i 18 anni, orgogliosi delle loro radici. È il nostro settore ad animare questa Italia, non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto sociale e culturale e turistico. Un’Italia fatta di bellezza, di paesaggio, di turismo di biodiversità e di distintività. Un’Italia che ha bisogno di cura per esprimere ancora di più il proprio potenziale. Abbiamo però bisogno di essere protetti dalla fauna selvatica incontrollata che distrugge i campi e mette a rischio la vita delle persone e degli animali.

Abbiamo bisogno di infrastrutture materiali e immateriali che ci tengano collegati fisicamente e digitalmente al resto del Paese. Serve all’Italia un grande piano per la realizzazione di bacini di accumulo e evitare la dispersione di acqua per la mancanza di una rete efficiente perché senza acqua non c’è cibo, non c’è industria, non c’è sviluppo e non ci sarà intelligenza artificiale, (perché sappiamo quanta acqua è necessaria per il suo funzionamento), ma soprattutto non c’è vita. La siccità sempre più cronica va affrontata anche attraverso gli invasi. Non c’è più tempo da perdere. Penso alla transizione digitale necessaria, che richiede strutture di connessione più veloci anche per attivare l’agricoltura di precisione, per mettere l’innovazione al servizio delle persone.

Già oggi stiamo investendo per dare futuro alle nostre imprese, utilizzare le migliori tecnologie anche per essere sempre più sostenibili. Tecnologie che richiedono sempre più formazione specializzata. Presidente, da troppi anni manca una visione strategica che metta in connessione mondo della scuola, università e imprese. Oggi abbiamo bisogno di una formazione di alto livello che dia prospettive ai giovani che lavoreranno nelle nostre imprese. E grazie a queste giovani competenze potremo vincere le sfide che abbiamo davanti. In questa sala oggi abbiamo più di duecento ragazze e ragazzi che hanno deciso di fare gli agricoltori come scelta di vita.

Molti di loro non sono figli di contadini. A loro dobbiamo risposte e da loro prendiamo l’entusiasmo che genera il cambiamento. Non chiedono assistenzialismo, ma rispetto. Dobbiamo garantire loro soprattutto la possibilità di avere un giusto reddito. L’agricoltura italiana in questo si pone alla guida di un modello di sviluppo capace di valorizzare insieme ambiente e distintività, cura del territorio e benessere animale. Crediamo nella scienza libera, abbiamo bisogno di più ricerca pubblica per affrontare il cambiamento climatico. Siamo l’agricoltura più sostenibile d’Europa. Lo dicono i numeri.

Ma sono numeri che spesso non conoscono nemmeno i cittadini italiani. Dobbiamo insegnarli alle giovani generazioni. Lei, Presidente, ci è stato vicino fin da subito nella nostra iniziativa della Festa dell’educazione alimentare, un percorso che ci ha permesso di entrare in contatto con milioni di giovanissimi cittadini. Dobbiamo fare un passo in più: dobbiamo rendere le mense scolastiche un luogo attivo di formazione culturale sul cibo. Vogliamo collaborare per garantire l’accesso al miglior cibo di qualità a tutti i nostri bambini, a prescindere dal reddito delle loro famiglie.

È una questione di giustizia, è un investimento sulla salute del nostro Paese, è un modello educativo che valorizza la dieta mediterranea anche da chi ha tentato di utilizzarne la denominazione in modo improprio e speculativo. Le mense scolastiche e pubbliche devono essere un luogo per contrastare quel fenomeno sempre più diffuso dell’obesità infantile, collegato ad una cattiva alimentazione che riguarda i nostri figli, ma anche gli adulti, dove i cibi ultraprocessati stanno prendendo sempre più spazio. Facciamo nostro l’allarme del mondo medico e degli scienziati. Le scuole, mi ripeto, dovrebbero diventare parte attiva nella concreta diffusione e promozione della Dieta mediterranea, sì Patrimonio dell’Umanità Unesco, ma sempre meno seguita a tavola. Vogliamo condividere con le nuove generazioni la ricchezza della distintività del nostro cibo, le sue radici culturali profonde. Per questo siamo contro i modelli di omologazione, che portano a concentrare nelle mani di pochi la ricchezza e la produzione degli alimenti. Crediamo che le diversità siano un valore che si può affermare attraverso mercati internazionali aperti, con regole chiare e con accordi che partano dal rispetto del principio di reciprocità.

Noi difendiamo l’agricoltura familiare, che nel mondo rappresenta l’80% delle aziende agricole. Siamo noi a produrre e non permetteremo a nessuno di volerci sostituire con prodotti fatti in laboratorio e vogliamo l’applicazione piena del principio di precauzione a tutela dei nostri cittadini. Siamo per la trasparenza, perché crediamo sia un diritto di ogni persona conoscere da dove proviene il cibo che mangia. Per questo stiamo raccogliendo le firme per arrivare alla modifica del codice doganale e all’etichettatura obbligatoria di origine a livello europeo. Sono orgoglioso di poter dire a Lei Presidente e a tutti che abbiamo già raccolto oltre 300mila firme del milione necessario.

Partiremo con una campagna di mobilitazione che coinvolgerà tanti altri Paesi dell’Unione per raggiungere questo importante risultato. Ed è una delle iniziative che porteremo avanti a livello europeo. Perché sia chiaro: Coldiretti crede nell’Europa, dalla quale non si può prescindere senza condannarsi all’emarginazione e alla decrescita, specie in uno scenario mondiale denso di conflitti che sono alle nostre porte, a dir poco.  Ma serve, Presidente, come Lei spesso ammonisce nei Suoi interventi, un’Europa più coraggiosa, che dia risposte alle famiglie e alle imprese. Siamo consapevoli che nessuno Stato, ripeto, possa farcela da solo. Per questo lavoriamo per un’Unione europea diversa. Un’Europa più semplice e meno burocratizzata. Un’Europa dove agricoltura e ambiente si tengano per mano e affrontino le sfide che abbiamo davanti, un Europa che si apre ad una sfida mai sottolineata prima quella della sovranità alimentare e agricola, senza pregiudizi ideologici.

Paolo Bonomi diceva “L’Europa deve sentire l’imperativo categorico di unirsi, ma senza mai pregiudicare i nostri territori, la nostra identità, la nostra cultura”. Credo che la sua lezione sia più viva che mai. Credo che la sua Coldiretti, la nostra Coldiretti, dopo 80 anni sia più viva che mai. Viva la Coldiretti, viva gli agricoltori viva gli allevatori, e Grazie presidente per essere qua in mezzo a noi. Viva l’Italia paese straordinario e viva la Coldiretti presidio e custode del nostro territorio.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi