il Punto Coldiretti

Confidando un sogno

Impegniamo questo spazio di riflessione ad una sintesi della prolusione del Card. Bagnasco al Consiglio permanente della Cei. Il Cardinale affronta quasi tutti i temi in discussione nella Chiesa e nella Società italiana. Io mi soffermo prevalentemente a quei temi sociali ai quali possiamo approcciarci da credenti. Prima di tutto la crisi economica.

“La situazione economica che non poco ci ha preoccupato nella stagione precedente, appare oggi – se guardiamo allo scenario macroeconomico − incamminata verso una fase di prudente ma indubitabile recupero”. Questo recupero, continua tra l’altro il Presidente della Cei si è reso possibile anche perché: “per un Paese sguarnito di materie prime come il nostro, non c’era strada alternativa a quella dell’inserimento sempre più deciso nelle filiere di qualità del prodotto e della sua compatibilità con l’ambiente”.

Questo non deve impedire di sottolineare la presenza di alcune aree di particolare sofferenza dovuta: “alla presenza dolorosa della contrazione dei posti di lavoro… Così ad antiche sofferenze, altre se ne vanno ad aggiungere, e si ha la percezione di una crisi che ancora morde su segmenti deboli della popolazione, specialmente quelli giovanili. Molte famiglie sono giunte a fine anno con la consapevolezza di un peggioramento delle proprie condizioni economiche, e dunque con un aumento delle disuguaglianze…

E ancora, non ci resta che sollecitare la classe politica a intensificare tutti i meccanismi che possono attenuare l’angoscia di chi, in seguito a licenziamento, ha perso la propria fonte di sostentamento o è in cassa integrazione.  Tutti dobbiamo sentirci ingaggiati a fare in modo che il volano dell’economia acceleri prima possibile, e nello stesso tempo ci pare doveroso incoraggiare il ricentramento della politica, anche quella fiscale, sul perno delle famiglie, in particolare quelle con figli, perché da elemento di risulta, che attenua i contraccolpi negativi, diventino soggetto propulsivo di sviluppo”.

A queste parole hanno fatto eco le parole del Papa all’Angelus di ieri domenica 31 gennaio. Il Papa, evocando anche l’Enciclica Caritas in Veritate ha detto: La crisi economica sta causando la perdita di numerosi posti di lavoro, e questa situazione richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti: imprenditori, lavoratori, governanti. Penso ad alcune realtà difficili in Italia, come, ad esempio, Termini Imerese e Portovesme; mi associo pertanto all’appello della Conferenza Episcopale Italiana, che ha incoraggiato a fare tutto il possibile per tutelare e far crescere l’occupazione, assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie”.

Le precondizioni per una effettiva attenzione a queste problematiche il Cardinale Bagnasco le identifica innanzi tutto in: “dobbiamo continuare a dare un contributo speciale come credenti sul versante della riconciliazione degli animi, quale condizione irrinunciabile per un disarmo duraturo tra schieramenti e gruppi, in vista di una coesione effettiva tra i componenti dell’intera comunità nazionale. Occorre la rinuncia a far prevalere analisi finalizzate a giustificare unicamente il proprio progetto ritenuto pregiudizialmente il migliore…

Non serve a nessuno che il confronto pubblico sia sistematicamente ridotto a rissa, a tentativo di dominio dell’uno sull’altro. Allo stesso modo è insopportabile concentrarsi unicamente sulla denigrazione reciproca, arrivando talora a denigrare il Paese intero pur di far dispetto alla controparte… Il Paese ha bisogno di uscire dalle proprie pigrizie mentali, dai pregiudizi ammantati di superiorità, per essere meglio consapevole delle risorse e delle qualità di cui dispone, per dare una giusta considerazione ai successi conseguiti ad esempio sul fronte della lotta alla criminalità, o dell’eccellenza tecnologica, o della ricerca medico-scientifica, o della bio-alimentazione, o dell’industria creativa”.

Il Card. Bagnasco conclude “confidando un sogno, di quelli che si fanno ad occhi aperti, e che dicono una direzione verso cui preme andare.” Tutti siamo chiamati a essere protagonisti di questo sogno. Credo che nessuno possa sentirsi esonerato dal prendere coscienza del ruolo che è chiamato ad incarnare sulla scena di una  Società italiana sempre più desiderosa di una sorta di “nostalgia di futuro”.

Il Presidente dell’Assemblea dei Vescovi italiano così conclude il suo intervento: “Mentre incoraggiamo i cattolici impegnati in politica ad essere sempre coerenti con la fede che include ed eleva ogni istanza e valore veramente umani, vorrei che questa stagione contribuisse a far sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente dentro ad essa, sentono la cosa pubblica come importante e alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti, e per essa sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorni. Italiani e credenti che avvertono la responsabilità davanti a Dio come decisiva per l’agire politico.

So che per riuscire in una simile impresa ci vuole la Grazia abbondante di Dio, ma anche chi accetti di lasciarsi da essa investire e lavorare. Ci vuole una  comunità cristiana in cui i fedeli laici imparino a vivere con intensità il mistero di Dio nella vita, esercitandosi ai beni fondamentali della libertà, della verità, della coscienza. Cresce l’urgenza di  uomini e donne capaci, con l’aiuto dello Spirito, di incarnare questi ideali e di tradurli nella storia non cercando la via meno costosa della convenienza di parte comunque argomentata, ma la via più vera, che dispiega meglio il progetto di Dio sull’umanità, e perciò capaci di suscitare nel tempo l’ammirazione degli altri, anche di chi è mosso da logiche diverse. Se questo è un sogno, cari Confratelli, so che ad esso ci si può avvicinare anzitutto attraverso le circostanze ordinarie dell’esistenza, le tappe apparentemente anche più consuete, ma che racchiudono in se stesse la cadenza del progetto che avanza.

Ecco, vorremmo che i valori che costituiscono il fondamento della civiltà − la vita umana comunque si presenti e ovunque palpiti, la famiglia formata da un uomo e una donna e fondata sul matrimonio, la responsabilità educativa, la solidarietà verso gli altri, in particolare i più deboli, il lavoro come possibilità di realizzazione personale, la comunità come destino buono che accomuna gli uomini e li avvicina alla meta… − formassero anche il presupposto razionale di ogni ulteriore impresa, e perciò fossero da costoro ritenuti irrinunciabili sia nella fase della programmazione sia in quella della verifica. Non a caso la vicenda sociale è oggi, a giudizio della Chiesa, radicalmente antropologica (cfr Caritas in Veritate, n. 15)”.

Il testo completo dell’intervento del Card. Bagnasco al Consiglio permanente della Cei lo si può trovare all’indirizzo http://www.chiesacattolica.it/cci2009/index.html.

Padre Renato Gaglianone
 

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