il Punto Coldiretti

Consumo, dunque sono

L’occasione della celebrazione la festa nazionale dei 5.709 piccoli Comuni italiani su tutto il territorio nazionale, nella domenica di  “Voler bene all’Italia” mi offre l’occasione per scomodare, a modo mio, anche con qualche “benevola forzatura”, uno dei pensatori moderni più significativi: Zygmunt Bauman.

E’ uno dei più ammirati e influenti pensatori del nostro tempo. Sociologo inglese di origine ebraico-polacca, conia la folgorante definizione di “modernità liquida”. Provocatoriamente, ci spinge a pensare in modi nuovi sul mondo flessibile e pieno di sfide. Invece di cercare soluzioni, Bauman ci propone di ricalibrare il nostro modo di pensare: i modelli ereditati sono diventati un ostacolo. Rivolge ai fenomeni “globalizzanti” legati alle trasformazioni sociali, politiche ed economiche degli ultimi anni uno sguardo orientato più alla comprensione che all’analisi quantitativa, come invece vorrebbe la moda economicistica.

Professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e di Varsavia ha pubblicato, dal 2000, Modernità liquida, Vita liquida, consumo, dunque sono, L’Arte della Vita. Parlando di, “vita liquida”, ci dice che la società si modifica prima che i modi di agire si consolidino in abitudini e procedure.

La stessa “società liquida” non è in grado di conservare alcuna forma o seguire una rotta e ciò comporta la fine di certezze, stabilità, regole precise. In un tale scenario sembra difficile di individuare un contenitore che dia una forma all’acqua e quindi alla società. Bauman precisa però, per sgombrare il campo ad eventuale indulgere di atteggiamenti fatalistici e/o pessimistici: “Le condizioni nelle quali agiamo oggi sono determinate a livello globale, ma gli strumenti di un’azione efficace rimangono, come una volta, locali. Finché questa discrepanza tra la misura della sfida e la potenza dei nostri mezzi persisterà, un “contenitore” realmente impermeabile, un contenitore capace di tenere dentro il fluido, mantenendone quindi la forma, ed evitando qualsiasi contaminazione, rimarrà al di là delle nostre possibilità”.

La festa “voler bene all’Italia offre la possibilità di identificare nei territori, nei “piccoli comuni” quei “contenitori” di cui parla Bauman. Ciò è confermato da quanto ricorda la Coldiretti: tre piccoli comuni su quattro sono il territorio di riferimento per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60 per cento dei piccoli comuni si trovano gli uliveti dai quali si ottengono i 40 oli italiani a denominazione di origine.

Bauman, nel 2008, ha scritto un altro interessante volume dal titolo: “Consumo, dunque sono”.  Un volume a dir poco intrigante, nel quale si afferma, tra l’altro, che le grandi aziende, a prescindere dalla loro specializzazione produttiva, per assecondare la “natura consumistica” della società, hanno accettato l’insaziabile, mutevole e frettolosa richiesta di novità che tale società si porta dietro. Sembrerebbe, quindi, impossibile o incredibile, parlare di etica e di sviluppo sostenibile da parte del mondo produttivo.

Ma Bauman richiama la sua tesi di fondo offrendo il “locale” come vero antidoto ai “guasti” del globale. “Non vi è molta speranza per uno “sviluppo sostenibile” (che sia su scala planetaria) finché l’economia si nutrirà (come deve nella nostra società del consumo) su di una produzione senza sosta o di nuove necessità, tentazioni, seduzioni chiamate con un eufemismo “creazione della domanda” o “scoperta di nuovi mercati”. Senza questi comportamenti il nostro tipo di economia sarebbe inconcepibile come venti che non soffiano o fiumi che non scorrono”.

Anche a partire da questo titolo, a cui è stato aggiunto un interrogativo con il dichiarato proposito di sondare il tema dei consumi, la Pontificia università Lateranense ha promosso la giornata di studio «"Consumo, dunque sono"? Una prospettiva educativa, teologica e sociale».
Relatori qualificati si sono alternati per dare uno spaccato della società dei consumi. Sarà interessante leggerne gli atti. Una sintesi la si trova in un articolo di Mariaelena Finessi su http://www.zenit.org/ del 07/05/2010.

Padre Renato Gaglianone 

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