il Punto Coldiretti

Correzione fraterna

La particolarità del cammino quaresimale che, come battezzati, siamo chiamati a fare, è  un cammino di fede, sia personale che comunitario. Più volte ci siamo detti che come cristiani siamo chiamati a essere comunità. Ma attorno a noi sembra prevalere, come ricorda Benedetto XVI nel suo messaggio per la Quaresima 2012 (http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/lent/documents/hf_ben-xvi_mes_20111103_lent-2012_it.html),   “l’atteggiamento contrario: l’indifferenza, il disinteresse, che nascono dall’egoismo, mascherato da una parvenza di rispetto per la «sfera privata”.

E’ a partire da questa constatazione che il Papa, citando la Lettera agli Ebrei, suggerisce un percorso particolare per vivere con profitto questa ulteriore occasione di grazia: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (10,24).

Più in concreto, dice il Papa: il verbo che apre la nostra esortazione invita a fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, e ad essere attenti gli uni verso gli altri, a non mostrarsi estranei, indifferenti alla sorte dei fratelli. Anche oggi risuona con forza la voce del Signore che chiama ognuno di noi a prendersi cura dell’altro. Anche oggi Dio ci chiede di essere «custodi» dei nostri fratelli (cfr Gen 4,9), di instaurare relazioni caratterizzate da premura reciproca, da attenzione al bene dell’altro e a tutto il suo bene.

La conseguenza di questo particolare modo di prestare attenzione all’altro procurerà la solidarietà, la giustizia, così come la misericordia e la compassione, scaturiranno naturalmente dal nostro cuore. Perché interessarsi al fratello vuol dire aprire gli occhi sulle sue necessità. E  “l’umiltà di cuore e l’esperienza personale della sofferenza possono rivelarsi fonte di risveglio interiore alla compassione e all’empatia: «Il giusto riconosce il diritto dei miseri, il malvagio invece non intende ragione» (Pr 29,7)”.

Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la premura per il suo bene spirituale. E qui Benedetto XVI richiama  un aspetto della vita cristiana: la correzione fraterna. Dice: “Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli”.

Ricorda che “Il verbo usato per definire la correzione fraterna – elenchein – è il medesimo che indica la missione profetica di denuncia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male (cfr Ef 5,11)”.  Tra le cose che imparavamo al Catechismo, c’erano le opere di misericordia spirituale che, accanto alle opere di misericordia materiali, dovevano costellare il nostro cammino verso la santità. Tra le opere di misericordia spirituale c’è quella di «ammonire i peccatori».

Il Papa, per questa Quaresima 2012, invita a “recuperare questa dimensione della carità cristiana. Non bisogna tacere di fronte al male. Penso qui all’atteggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene.”

Onde evitare equivoci. “Il rimprovero cristiano non è mai animato da spirito di condanna o recriminazione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello.”

Inoltre, dettaglio da non sottovalutare, la correzione fraterna: “E’ un grande servizio anche per ciascuno di noi perché è un aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con verità se stessi, per migliorare la propria vita e camminare più rettamente nella via del Signore. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr Lc 22,61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi”.

L’attenzione al fratello in Cristo e la correzione fraterna qualificheranno, sicuramente, il nostro cammino quaresimale già segnato  dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale.

Padre Renato Gaglianone

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