il Punto Coldiretti

Dio dove era?

Qualcuno dei nostri "uomini di cultura", nei giorni scorsi si è interrogato dove era Dio nei momenti drammatici del terremoto in Emilia. E, riprendendo una frase detta in occasione del crollo della scuola di San Giuliano, se ne esce con l’espressione: "forse era distratto dal momento che non ha evitato che il novanta per cento degli edifici di culto sono crollati e gravemente danneggiati."

Se la domanda, per certi versi è legittima, ed echeggia sempre in occasione di disastri  naturali e non solo, si pensi ai campi di sterminio, la risposta non sempre è facile e/o soddisfacente.

Non è mia intenzione misurarmi nel formulare una risposta. Lascio agli esperti il compito di dare delle risposte scientificamente e/o teologicamente fondate. Mi permetto fare delle semplici considerazioni.

Dio non si "distrae" difronte a certe situazioni… La distrazione non rientra nelle sue attitudini. Ha creato il mondo e l’uomo dotando l’uno con leggi proprie e l’altro con il dono della libertà. I disastri naturali non sono quindi, come ci ricorda la scienza, campi del possibile intervento "miracoloso" di Dio.

E’ importante sottolineare che se Dio è impotente nell’evitare certi fenomeni è altrettanto impotente nell’usare questi fenomeni come punizione nei confronti di particolari popolazioni. Pertanto, è "delirio" voler ricercare nel terremoto in Emilia, come in qualsiasi altro evento tragico, (tsunami, uragani, alluvioni etc. ) l’intento punitivo di Dio per "l’Emilia blasfema" come, purtroppo, qualcuno ha scritto nel suo blog in internet.

I miracoli non possono contraddire le leggi proprie della natura. E’ l’uomo "libero" che è chiamato a gestire e regolare dette leggi. I miracoli, e ne avvengono sicuramente, sono atti di Dio per rimediare ad alcune conseguenze del peccato… La malattia, la sofferenza non sono state create da Dio, ma conseguenza del peccato dell’uomo. E questo avviene perché l’uomo, spesso e volentieri, dimentica che è stato messo nel "giardino per coltivarlo e custodirlo".

Ma allora, Dio dove era? Io sono sicuro che non poteva essere a "sostenere" le mura di  chiese vuote. Lui stesso più volte ci ha detto, attraverso il figlio suo Gesù, quando siete "riuniti io sono in mezzo a voi". Le chiese vuote, e in una società non secolarizzata non era difficile crederlo, potevano anche essere i poli di attrazione delle forze distruttrice dell’evento sismico, lontane dalle case dove si trovavano gli uomini. Accanto a quelle persone era Dio. Persone bisognose di sostegno, e, nel caso tragico della morte, bisognose di "accoglienza".

E continua ad essere accanto a tutte quelle persone che devono convivere con la paura, che piangono i loro morti, che lottano per non perdere la speranza.
Ed è anche accanto a tutti coloro che vogliono "ritornare alla normalità". E’ li nella paziente attesa che l’uomo si ricordi che l’esercizio della libertà non può mirare alla ricerca egoistica di un benessere individualistico ma al rispetto e alla gestione "timorosa"  ( nel senso del timore proprio del dono dello Spirito Santo) della natura.

E lì per ribadire che se è vero che nel lavoro si realizza l’uomo, è altrettanto vero che l’uomo non si identifica con il lavoro e, di conseguenza, tutte le iniziative di "ricostruzioni" non possono prescindere dal riaffermare la centralità della persona e del bene comune.

Se, con onestà si guardano i "crolli", si deve riconoscere che non sempre la centralità della persona e il bene comune sono stati tenuti nel debito conto.
Lungi da me l’intento inquisitorio e/o di condanna, ma sono sicuro che se le popolazioni colpite dal sisma sapranno vivere questo momento di prova come occasione per ridare senso alla loro esistenza, scopriranno che Dio è accanto a loro.

Con Dio sapranno riscoprire il gusto del vivere e l’arte nuova di collaborare con Lui per continuare l’opera della creazione. Ne sono prova le gare di solidarietà e, soprattutto, quel ritrovarsi nella sventura e riscoprire il gusto di vivere quelle relazioni che le "case" non favorivano e che, invece, le tende davanti alle case ricostruiscono.

Padre Renato Gaglianone

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