il Punto Coldiretti

Dio è morto

“Ho visto / la gente della mia età andare via / lungo le strade che non portano mai a niente, / cercare il sogno che conduce alla pazzia / nella ricerca di qualcosa che non trovano  nel mondo che hanno già, / dentro alle notti che dal vino son bagnate, / dentro alle stanze da pastiglie trasformate, / lungo alle nuvole di fumo del mondo fatto di città,/ essere contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà / e un dio che è morto,/ ai bordi delle strade dio è morto, / nelle auto prese a rate dio è morto, / nei miti dell’ estate dio è morto…”. Cosi cantavano i Nomadi nel 1967.

Dio è morto è una canzone scritta nel 1965 da Francesco Guccini. Il titolo del brano riprende il celebre aforisma  di Nietzsche. "Dio è morto" non è inteso letteralmente, come "Dio è fisicamente morto", piuttosto è la maniera usata da Nietzsche (1882) (che infatti riteneva che Dio non esista) per dire che l’idea di Dio non è più fonte di alcun codice morale o teleologico.

Nel 1961, il teologo Vahanian pubblica il libro La morte di Dio: in esso, si sostiene che la cultura moderna desacralizzata aveva perso tutto il senso del sacro. Vahanian constatando che nella cultura moderna "Dio è morto",  fosse necessaria, conseguentemente,  una cultura post cristiana e post moderna, per creare una rinnovata esperienza di spiritualità.

L’11 ottobre 1962 Giovanni XXIII annuncia l’inizio del Concilio Vaticano II. Il Concilio avrebbe avuto il compito di permettere alla Chiesa di riflettere sulla sua identità e, soprattutto, come continuare la sua missione di evangelizzazione in un contesto sociale in continua evoluzione e in crisi di identità. La voglia di Nietzsche di liberare l’uomo “assassinando Dio” (F. Nietzsche, La gaia scienza, aforisma 125) rischiava di provocare la “morte dell’uomo”. Il Concilio fu un evento epocale che non ha ancora prodotto i potenziali frutti che aveva fatto germogliare. Anche perché il mondo, preso dall’euforia del progresso, pensava veramente di poter fare a meno di Dio.

Frutti che sicuramente rispondevano alla costatazione di crisi di spiritualità, laica ovviamente, evocata da Guccini: “Mi han detto / che questa mia generazione ormai non crede / in ciò che spesso han mascherato con la fede, / nei miti eterni della patria o dell’ eroe / perchè è venuto ormai il momento di negare / tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura, / una politica che è solo far carriera, / il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto,  / l’ ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto / e un dio che è morto, / nei campi di sterminio dio è morto, / coi miti della razza dio è morto / con gli odi di partito dio è morto…”.

Il Pensiero “positivo”  di Guccini in linea con l’auspicio di Nietzsche: “Ma penso / che questa mia generazione è preparata  / a un mondo nuovo e a una speranza appena nata, / ad un futuro che ha già in mano, / a una rivolta senza armi, / perchè noi tutti ormai sappiamo /che se dio muore è per tre giorni e poi risorge, / in ciò che noi crediamo dio è risorto,  / in ciò che noi vogliamo dio è risorto, / nel mondo che faremo dio è risorto…” conduce inevitabilmente al  nichilismo che è alla base di quel pensiero debole che ha paura di affermare la centralità della persona e del bene comune, impedendo di trovare la giusta forza per una adeguata reazione alla Crisi di senso e di spiritualità, prima ancora che economico-finanziaria, che “rattrista intere popolazioni.

Non è con la morte di Dio che l’uomo ritrova il suo senso, è vero il contrario! In questo contesto è da collocare e il Sinodo dei Vescovi, aperto dal Papa domenica scorsa, e l’anno della fede che Benedetto XVI aprirà con una solenne Concelebrazione in San Pietro, giovedì prossimo, 11 ottobre. Di questi avvenimenti vi ho già parlato in alcuni numeri passati de “il punto”.

In questo contesto vi ripropongo alcune frasi dell’Omelia di Benedetto XVI  di Domenica scorsa. Dovranno essere questi pensieri a guidare  l’accoglienza dei risultati del Sinodo, nella consapevolezza, comunque che sono questi stessi pensieri che, il Papa si augura, guideranno i lavori dell’Assemblea sinodale.

“Con questa solenne concelebrazione inauguriamo la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che ha per tema: La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Essa è orientata principalmente alle persone che, pur essendo battezzate, si sono allontanate dalla Chiesa, e vivono senza fare riferimento alla prassi cristiana. L’Assemblea sinodale che oggi si apre è dedicata a questa nuova evangelizzazione, per favorire in queste persone un nuovo incontro con il Signore, che solo riempie di significato profondo e di pace la nostra esistenza; per favorire la riscoperta della fede, sorgente di Grazia che porta gioia e speranza nella vita personale, familiare e sociale”.

Pertanto, non si può parlare della nuova evangelizzazione senza una disposizione sincera di conversione. Lasciarsi riconciliare con Dio e con il prossimo (cfr 2 Cor 5,20) è la via maestra della nuova evangelizzazione. Solamente purificati, i cristiani possono ritrovare il legittimo orgoglio della loro dignità di figli di Dio, creati a sua immagine e redenti con il sangue prezioso di Gesù Cristo, e possono sperimentare la sua gioia per condividerla con tutti, con i vicini e con i lontani”.

Padre Renato Gaglianone

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