il Punto Coldiretti

Effatà, apriti

«Fino ad ora ho errato nella speranza di trovare Dio, ma poiché tu mi illumini, o Signore, trovo Dio per mezzo di te, e ricevo il Padre da te, divengo tuo coerede, poiché non ti sei vergognato di avermi per fratello. Cancelliamo, dunque, cancelliamo l’oblio della verità, l’ignoranza: e rimuovendo le tenebre che ci impediscono la vista come nebbia per gli occhi, contempliamo il vero Dio …; giacché una luce dal cielo brillò su di noi sepolti nelle tenebre e prigionieri dell’ombra di morte, [una luce] più pura del sole, più dolce della vita di quaggiù» (Protrettico, 113,2 – 114,1).

Con questa preghiera di San Clemente di Alessandria il Santo Padre conclude l’Omelia pronunciata durante la S.Messa a conclusione del Sinodo dei Vescovi sulla nuova Evangelizzazione, domenica scorsa, 28 ottobre 2012. Questa preghiera ben riassume le tematiche che hanno animato i lavori sinodali e che il Papa sapientemente innesta nell’episodio evangelico della guarigione del cieco Bartimeo. (http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2012/documents/hf_ben-xvi_hom_20121028_conclusione-sinodo_it.html).

Dice Benedetto XVI, richiamando la lettura che di questo brano del Vangelo fa S.Agostino: “Questa interpretazione, che Bartimeo sia una persona decaduta da una condizione di «grande prosperità», ci fa pensare; ci invita a riflettere sul fatto che ci sono ricchezze preziose per la nostra vita che possiamo perdere, e che non sono materiali. In questa prospettiva, Bartimeo potrebbe rappresentare quanti vivono in regioni di antica evangelizzazione, dove la luce della fede si è affievolita, e si sono allontanati da Dio, non lo ritengono più rilevante per la vita: persone che perciò hanno perso una grande ricchezza, sono «decadute» da un’alta dignità – non quella economica o di potere terreno, ma quella cristiana -, hanno perso l’orientamento sicuro e solido della vita e sono diventati, spesso inconsciamente, mendicanti del senso dell’esistenza. Sono le tante persone che hanno bisogno di una nuova evangelizzazione, cioè di un nuovo incontro con Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio (cfr Mc 1,1), che può aprire nuovamente i loro occhi e insegnare loro la strada”.

Allora la Nuova evangelizzazione deve riguardare tutta la Chiesa e che i “veri protagonisti della nuova evangelizzazione sono i santi: essi parlano un linguaggio a tutti comprensibile con l’esempio della vita e con le opere della carità.” Si deve partire dalla pastorale ordinaria attraverso tre linee emerse dal sinodo. “La prima riguarda i Sacramenti dell’iniziazione cristiana. E’ stata riaffermata l’esigenza di accompagnare con un’appropriata catechesi la preparazione al Battesimo, alla Cresima e all’Eucaristia”.

Il fatto che il Sinodo avesse come tema L’Evangelizzazione dei Paesi di antica cristianità non ha impedito di ricordare che “la nuova evangelizzazione è essenzialmente connessa con la missione ad gentes. La Chiesa ha il compito di evangelizzare, di annunciare il Messaggio di salvezza agli uomini che tuttora non conoscono Gesù Cristo”. Da qui la necessità di “pregare lo Spirito Santo affinché susciti nella Chiesa un rinnovato dinamismo missionario i cui protagonisti siano, in modo speciale, gli operatori pastorali e i fedeli laici”.

Constatando che molte persone battezzate non vivono secondo il Battesimo, i Padri sinodali, hanno evidenziato che queste persone vivono in tutti i Continenti, specialmente nei Paesi più secolarizzati. “La Chiesa ha un’attenzione particolare verso di loro, affinché incontrino nuovamente Gesù Cristo, riscoprano la gioia della fede e ritornino alla pratica religiosa nella comunità dei fedeli”. E’ necessario, oltre ai metodi pastorali tradizionali, un  “cammino di creatività pastorale, per avvicinare le persone allontanate o in ricerca del senso della vita, della felicità e, in definitiva, di Dio”.

Il Sinodo si è concluso e ora una speciale Commisione, partendo dalle proposizioni votate dai Padri sinodali, collaboreranno con il Papa per la stesura dell’Esortazione Apostolica che traccerà le linee per una “Nuova Evangelizzazione”.

Padre Renato Gaglianone

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