il Punto Coldiretti

Emergenza sociale

Intervenendo ad un  convegno  su ”Gioco d’azzardo e usura” che si è svolto qualche settima fa a Genova, il Cardinal Bagnasco ha ricordato che ”in Italia ci sono 1 milione e 800 mila giocatori a rischio, e tra questi 800 mila sono da considerarsi "malati"’ perchè giocatori patologici e compulsivi” e che ”nello scorso anno sono stati bruciati circa ottanta miliardi, quasi il doppio della manovra "salva Italia" del Governo".

Per cogliere le dimensioni del fenomeno ecco alcuni dati. Il giornalista Luigi Irdi, sul Venerdì di Repubblica, offre una geografia e le dimensioni del gioco d’azzardo in Italia. Scorrendo l’articolo scopriamo che ben 44 Provincie superano la media della spesa pro capite per il gioco. La Provincia che spende di più è Pavia con 2125 euro pro capite, a seguire Teramo, Rimini e Como con 1800 euro e anche Milano non è messa male con i suoi 1500 euro. Le dieci province che spendono di meno sono al Sud.

Nel 2011 tutti i vari giochi hanno fruttato all’Erario 9,2 miliardi, 5,7 in più rispetto al 2010. Tutta la "macchina" del gioco d’azzardo da lavoro a 120.000 persone. L’Agicos (agenzia giornalistica concorsi e scommesse) stima che degli oltre 76 miliardi giocati, 54,8 siano le vincite con una spesa reale di 21, 4 miliardi di euro. In media ogni italiano ha speso, nel 2011 1000 ero per scommesse, concorsi e giochi on line. Il 23 % di tutti i soldi giocati nel mondo proviene, secondo l’Agicos, proprio dalle tasche degli italiani.

Il gioco d’azzardo nasce con la storia dell’uomo. Alcune  curiosità: le prime notizie di gioco d’azzardo le troviamo già dal 4000 – 3000 ac. Tra gli egiziani era molto diffuso il gioco dei dadi, hasard (dadi in francese e az-zahr in arabo) da cui deriva il nome "azzardo". La Roma imperiale annovera accaniti giocatori come Nerone, Caligola e Claudio. La roulette si deve a Blaise Pascal nel XVI secolo.

La vastità del fenomeno e la gravita della dipendenza che provoca, oltre 800.000 Italiani affetti da ludopatia, spinge il Presidente della Cei a dire: «Quando si bruciano le risorse, inseguendo il miraggio della vincita resta solo la cenere e, per continuare a sbarcare l’inevitabile lunario, si cercano altre strade rovinose per sé e per i propri cari». Il cardinale ha poi parlato della «falsità sistematica di certe pubblicità» spiegando che «è forma delittuosa che uccide il modo corretto di pensare ed agire, è un attentato alla nostra società». Quella del gioco, ha aggiunto, è una emergenza che riguarda tutti e che non guarda in faccia nessuno ma che è particolarmente insidiosa per le nuove generazioni.

«I minorenni hanno la vita davanti. Se cominciano così, dove done vanno a finire? Il Cardinale ha poi ricordato che l’illusione del gioco d’azzardo  è un «fattore non indifferente del malessere generale e di destabilizzazione sociale». Di qui la necessita’  ad un impegno per una cultura più umana e per «una società educante» perché «siamo legati gli uni altri».

Infatti, «ogni comportamento personale ha risvolti anche sul piano sociale e ricade, prima o dopo, su tutti». Da qui l’esortazione a superare le «storture culturali ed educative che, se non riprese e corrette con decisione e unitariamente, coltivano illusioni devastanti a cui seguono infelicità e depressione non solo dei singoli, soprattutto delle giovani generazioni, ma della società intera».

Padre Renato Gaglianone

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