il Punto Coldiretti

Equità e moralità!?

Significativo il monito del Papa, Benedetto XVI, all’Angelus da Castel Gandolfo lo scorso 30 settembre. Le riporto perche mi servono da collegamento tra quanto ho scritto lo scorso numero e quanto già scrissi 22 febbraio 2010. Sembra proprio che non sia cambiato nulla. Dice il Papa: “Nella Liturgia odierna risuona anche l’invettiva dell’apostolo Giacomo contri i ricchi disonesti, che ripongono la loro sicurezza nelle ricchezze accumulate a forza di soprusi (cfr Gc 5,1-6). Al riguardo, Cesario di Arles così afferma in un suo discorso: «La ricchezza non può fare del male a un uomo buono, perché la dona con misericordia, così come non può aiutare un uomo cattivo, finché la conserva avidamente o la spreca nella dissipazione» (Sermoni 35, 4). Le parole dell’apostolo Giacomo, mentre mettono in guardia dalla vana bramosia dei beni materiali, costituiscono un forte richiamo ad usarli nella prospettiva della solidarietà e del bene comune, operando sempre con equità e moralità, a tutti i livelli”.

Oltre due anni orsono scrivevo: In questi ultimi tempi siamo costretti, ancora una volta, a confrontarci con una realtà amara: il dilagare della corruzione. Se è vero, come è vero, che secondo la Corte dei Conti la corruzione negli ultimi tempi ha avuto una impennata di oltre il 200%, siamo da inserire nella lista dei Paesi più corrotti al mondo.

Tutti, bene o male, chi più chi meno, avevamo sentore di questa triste realtà, ma ci si sforzava di continuare a pensare che non poteva essere vero. Possibile che l’epoca di Tangentopoli non abbia insegnato niente? Possibile che si siano archiviate quelle tristi immagini del primo arrestato pescato, come si suol dire, con le mani nel sacco? Possibile che si sia archiviata la tristezza suscitata da quei politici che durante gli interrogatori grondavano bava?

Le cronache di questi ultimi giorni sono identiche a quelle di oltre due anni or sono. Guardandole sembra che il tempo si sia fermato o che il nastro della video registrazione si sia rimesso in moto.

Ma quello che oggi, come ieri, dovrebbe far paura è il fatto che le tangenti  sono destinate prevalentemente ad arricchimenti personali. La corruzione sembra non avere colori politici e… non suscitare neanche un briciolo di pudore e/o vergogna. Basta guardare l’ostentazione con cui spesso si affrontano le telecamere!

Non parliamo, poi, dei giochi politici che si innescano in simili situazioni. Dovremmo esser contenti per i tanti “moralizzatori” che spuntano in simili situazioni eppure, non si riesce a poter dire: finalmente! Si è toccato il fondo … è ora di rimboccarsi le maniche e iniziare un percorso di formazione delle coscienze che abbiano come habitus l’onestà, il senso del dovere, la centralità della persona e il bene comune. Perché manca la credibilità a quei “personaggi” che oggi richiamano la necessità di un ritorno a comportamenti etici… bisogna proprio essere ingenui per non essere tentati di pensare che il tutto si riduca a uno spot elettorale.

Perché ci si ostina a non voler vedere la povertà incalzante, la disperazione per la perdita del posto di lavoro e le varie guerre tra poveri che covano sotto la cenere e che come i fuochi fatui, spuntano or qui or là (Ilva, Alcoa, Sulcis, Fiat ecc., insegnano).

E, ancora, perché continuare ad ostinarsi a chiudere gli occhi per non vedere il declino di una Società senz’anima?  Riscoprire nuovi stili di vita fondati sulla sobrietà aiuterebbe tutti a coerenti esami di coscienza, non evidentemente per scoprire i peccati degli altri, per ritrovare anche la tristezza del proprio peccato e, soprattutto la gioia dell’essere perdonati. 

“Perché sappiamo che l’essere umano è ferito e la questione di “che cosa sia l’uomo” è oscurata dal fatto del peccato, che ha leso la natura umana fino nelle sue profondità. Così si dice: “ha mentito”, “è umano”; “ha rubato”, “è umano”; ma questo non è il vero essere umano. Umano è essere generoso, è essere buono, è essere uomo della giustizia, della prudenza vera, della saggezza. Quindi uscire, con l’aiuto di Cristo, da questo oscuramento della nostra natura per giungere al vero essere umano ad immagine di Dio, è un processo di vita che deve cominciare nella formazione, ma che deve realizzarsi poi e continuare in tutta la nostra esistenza”. (Benedetto XVI, ai Parroci di Roma 18 febbraio 2010)

Padre Renato Gaglianone 

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