il Punto Coldiretti

Famiglia, lavoro e festa

Il significato del  grande evento che ha visto coinvolta la Chiesa universale riunita a Milano per il VII incontro mondiale delle famiglie, è tutto in questo pensiero conclusivo del Papa all’Omelia della S. Messa conclusiva di domenica 3 giugno. Dice il Papa: "Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. Armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la paternità e la maternità, il lavoro e la festa, è importante per costruire società dal volto umano. In questo privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere. Occorre educarsi a credere, prima di tutto in famiglia, nell’amore autentico, quello che viene da Dio e ci unisce a Lui e proprio per questo «ci trasforma in un Noi, che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che, alla fine, Dio sia "tutto in tutti" (1 Cor 15,28)» (Enc. Deus caritas est, 18).

I numeri dell’evento parlano chiaro e danno anche il senso della particolare atmosfera di vicinanza al Sommo pontefice che si respirava in tutti gli eventi della tre giorni “ambrosiana” di Benedetto XVI. Un milione  i partecipanti alla Santa Messa a Bresso domenica 3 giugno, 150.000 le persone sulle strade a salutare il Papa nei tragitti Curia – Bresso – Curia e Curia – Linate domenica 3 giugno, 350.000 i partecipanti alla Festa delle Testimonianze a Bresso sabato 2 giugno e 95 le autorità incontrate per il discorso in Curia sabato 2 giugno.

Vi assicuro che registrare le testimonianze di affetto per il Papa ha fatto bene al cuore e alla mente di tante persone, religiosi e non, disorientate e addolorate per le “cronache” mediatiche di questi ultimi tempi che hanno collocato la Chiesa, e in particolare il Papa, al centro di non meglio identificate trame destabilizzanti.

Delegazioni da oltre 150 paesi hanno preso parte al Congresso Pastorale su “La famiglia, il lavoro e la festa”. Come ha ricordato il Card. Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia: “Nel Congresso il tema “La famiglia: il lavoro e la festa” è stato trattato in una prospettiva prevalentemente antropologica.” … “L’attuale crisi, che preoccupa i popoli e i governanti, non è da considerare solo una crisi economica, ma anche, e più profondamente, una crisi antropologica e culturale. La cultura individualista, utilitarista, consumista, relativista pervade largamente il costume, la comunicazione mediatica, l’economia, la politica.” … “Il relativismo è mancanza di valori condivisi in ambito culturale; appartenenza parziale alla Chiesa e privatizzazione della fede in ambito religioso; disorientamento nella babele delle opinioni; soggettivismo etico e assolutizzazione della coscienza; restringimento della ragione al solo campo scientifico e tecnico”.

I Relatori, da Ravasi a Bruni,  dal Cardinale O’Malley  alla Professoressa Blanca Castilla,  da Pedro Morandè Court al Card. Tettamanzi hanno ben assolto al loro compito e vi assicuro che se riuscite a trovare il tempo per leggere le loro relazioni (http://www.family2012.com/it/documents/19427/) ne resterete piacevolmente arricchiti.

Come  ho detto sopra, per il Papa è stata si una occasione per sentire tutta la Chiesa stretta attorno alla sua persona, ma anche un momento in cui ha manifestato il suo pensiero e la sua particolare attenzione a quella che normalmente definiamo la “chiesa domestica” cioè la famiglia.

Vi cito solo due passaggi, dall’omelia della S. Messa. Benedetto XVI delinea i tratti della Famiglia cristiana, anche nel solco tracciato da Giovanni PaoloII nella Familiaris consortio e dice: “Cari sposi, nel vivere il matrimonio voi non vi donate qualche cosa o qualche attività, ma la vita intera. E il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, perché desiderate e realizzate il bene l’uno dell’altro, sperimentando la gioia del ricevere e del dare. E’ fecondo poi nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell’educazione attenta e sapiente. E’ fecondo infine per la società, perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione.” 

“La vostra vocazione non è facile da vivere, specialmente oggi, ma quella dell’amore è una realtà meravigliosa, è l’unica forza che può veramente trasformare il cosmo, il mondo. Davanti a voi avete la testimonianza di tante famiglie, che indicano le vie per crescere nell’amore: mantenere un costante rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale”.

Consapevole delle tante coppie divorziate e risposate, dimostra tutta la sollecitudine del Pastore, come del resto aveva già fatto la sera precedente rispondendo ad una specifica domanda di una coppia brasiliana, e dice: “Una parola vorrei dedicarla anche ai fedeli che, pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione. Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza”.

Padre Renato Gaglianone 

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