il Punto Coldiretti

Il coraggio della denuncia

“Mi appello a voi, uomini della mafia, come figlio di questa terra “grande e amara”. Ai suoi mali antichi si sommano le vostre organizzazioni “di cui la ‘ndrangheta è oggi la faccia più visibile e pericolosa”. (Doc. Conferenza episcopale calabra 2007). Una presenza che fa pagare alla nostra terra un prezzo alto a livello sociale, economico e religioso”.

Così inizia la lettera aperta agli uomini di mafia scritta dall’arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, e vicepresidente della Conferenza episcopale calabrese, Salvatore Nunnari. E’ un accorato appello agli esponenti della ‘ndrangheta, che con spavalderia  frequentano Santuari e partecipano a processioni e amano definirsi “fedeli”. La ‘ndrangheta e la mafia utilizzano simboli cristiani, si vantano di essere tali, mischiando i propri riti di affiliazione con quelli cristiani, ma chi è criminale non è degno di definirsi cristiano.

La lettera è stata distribuita in tutte le carceri calabresi. Sono parole appassionate, coraggiose di un uomo che ama la sua Calabria, e il Mezzogiorno.  Un Vescovo che non ha alcuna paura dei cosiddetti "uomini d’onore", che in realtà di onorato non hanno proprio nulla. La forza della denuncia deriva a S.E.Nunnari dal fatto di essere  da sempre impegnato nel sociale, attivissimo nella lotta alla tossicodipendenza, e sensibile ai grandi problemi del Mezzogiorno, lavoro, agricoltura, ricostruzione del tessuto sociale, e ai problemi dei giovani.  Proprio il contatto con le criticità dei “suoi cristiani” lo porta alla denuncia delle specifiche responsabilità della mafia, in ordine al degrado sociale, economico e religioso della terra di Calabria e del Sud.

Scrive Nunnari: “Se il Mezzogiorno e la Calabria vivono in condizioni di arretratezza socio-economica che conculca la speranza soprattutto delle nuove generazioni, la vostra colpevolezza è immensa. Quando da organizzazione criminale locale avete occupato gli spazi spesso lasciati liberi da uno Stato, a volte poco attento ai nostri problemi, avete superato i vecchi canoni e gli stessi confini nazionali diventando una vera e propria forza imprenditrice del male”.

“Nonostante l’arroganza del potere, la spregiudicatezza del possedere, l’animosità che acceca e annulla i vincoli di sangue e la mancanza assoluta di rispetto per la vita e la dignità umana, continua L’Arcivescovo, siete però minoranza e non rappresentate la storia e la civiltà millenaria dei nostri padri”.

E il Presule elenca tutta una serie di conseguenze deleteria legate all’Attività mafiosa. Dalle  piccole e medie aziende anche di imprenditori del nord del Paese che sono state costrette a chiudere battenti per le richieste di pizzo, all’abbandono dei nostri centri da parte dei giovani scoraggiati verso ogni tipo di attività commerciale e d’impresa. Dall’’immagine della  cultura accogliente della Calabria degradata a terra di mafia che  diventa facile giustificazione della presa di distanza di ogni tentativo di avviare un’attività economica, al racket subito quotidianamente dai piccoli commercianti che porta al  fallimento e alla chiusura e che suonano anche come  un’offesa alla libera iniziativa e alla dignità dell’uomo.

Non ultimo, sottolinea ancora Nunnari: “Nel nostro territorio, collegato con i mercati internazionali del narcotraffico, famiglie mafiose amministrano una parte considerevole di questo criminoso e sempre più preoccupante commercio che mentre assicura fiumi di denaro, spezza la vita di tanti giovani. La loro morte grida vendetta al cospetto di Dio della vita e dovrebbe pesare come un macigno sulla vostra coscienza”.

Scrive ancora l’Arcivescovo di Cosenza: “Le lacrime di tanti genitori e sposi in questi anni del mio Ministero pastorale hanno reso arduo considerarvi ancora capaci di accogliere l’appello che nasce dal cuore di un padre. Tuttavia, sono un uomo di speranza che nutre fiducia nell’immensa misericordia di Dio, mai stanco di amore e di incrociare, magari attendendo, l’essere umano sulle vie tortuose della sua esistenza.” Perciò “il male non può essere l’assoluto nella vostra vita, aprite perciò il cuore al messaggio eterno del Vangelo che è annuncio di liberazione e di salvezza e non ha nulla a che fare con le false devozioni.… La Bibbia che spesso tenete tra le mani deve diventare fonte di vera riflessione e di cambiamento radicale”.

Da qui l’appello finale: “Il primo passo, quindi, è la conversione personale e comunitaria, grazie ad un cambio di mentalità nel cuore e nella vita di ogni uomo e donna, di ogni famiglia, gruppo e istituzione, che permetta di rimuovere le forme di collusione con l’ingiustizia e respingere l’ingannevole fascino del peccato”. Un invito che fa eco al grido del Beato Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi in Sicilia : “Convertitevi ! Un giorno verrà il giudizio di Dio”.Sappiate che anche la società sta cambiando, anzi è già cambiata e dalle rive del mare e dalle cime dei monti già si intravvede un’alba nuova. A voi scegliere da che parte stare!”.

Padre Renato Gaglianone

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi