il Punto Coldiretti

Il “Dilemma”

Si celebra il 20 giugno 2012 la giornata mondiale per i rifugiati voluta dall’Onu attraverso l’Agenzia Unhcr. E’ proprio l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati che ci fa un quadro della situazione, rilevando che nel periodo 2001-2011 43,7 milioni di persone sono state protagoniste di migrazioni forzate. 

"Il 2011 ha visto sofferenze di dimensioni memorabili. Il fatto che così tante vite siano state sconvolte in un periodo di tempo così breve implica enormi costi personali per tutti coloro che ne sono stati colpiti" ha dichiarato António Guterres, Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati a capo dell’Unhcr. "Possiamo solo essere grati del fatto che nella maggior parte dei casi il sistema internazionale atto a proteggere queste persone sia rimasto saldo e che le frontiere siano rimaste aperte. Questi sono tempi difficili".

Le crisi umanitarie si susseguono senza soste: Costa d’Avorio, poi Libia, Somalia, Sudan e altri Paesi ancora. Una sequela che alla fine del 2011 ha contribuito a registrare nelle statistiche demografiche del pianeta la cifra di 42,5 milioni di persone tra rifugiati (15,2 milioni), sfollati interni (26,4 milioni) e richiedenti asilo (895mila). Solo gli scontri in Costa d’Avorio, tra i sostenitori del neoeletto presidente Ouattara e quelli del suo predecessore Gbagbo, hanno creato un esodo di 200mila ivoriani. Altri 300mila rifugiati sono quelli prodotti dalla carestia e dalla guerra in Somalia.

Nel  2011 sono state 4,3 milioni di persone, che sono state costrette ad una mobilità forzata e di queste  800.000 sono diventati rifugiati. Il rapporto annuale Unhcr contiene comunque una nota positiva che consiste nel fatto che 3,2 milioni, la cifra più alta da oltre un decennio, hanno fatto ritorno a casa. Il fenomeno è stato più evidente in Libia, dove la fine del conflitto tra gheddafisti e ribelli ha spinto 150mila cittadini fuggiti dalle bombe a fare ritorno nelle loro case abbandonate pochi mesi prima.

Tendenza simile in Costa d’Avorio con la fine delle violenze politiche, che ha visto 135mila persone lasciare la Liberia per tornare a Abidjan e dintorni. La migliorata sicurezza interna dell’Iraq ha favorito il rientro di 67mila rifugiati, il doppio del 2010. Oltre alla sicurezza interna ha influito anche la concessione di un sussidio per i rimpatriati e il conflitto in Siria.

La campagna di quest’anno, "Dilemma", vuole farci riflettere sulle difficili scelte che un rifugiato è spesso costretto a fare nel corso della propria vita alla ricerca di protezione: "rimanere e rischiare la vita in una zona di guerra?", "fuggire e lasciare le persone che ami?", "rimanere ed essere costretti a combattere?" sono alcune delle domande a cui siamo invitati a rispondere.

Per stimolare ancora di più l’identificazione, l’Unhcr ha sviluppato un’applicazione per smartphone, un gioco di ruolo intitolato "My life as a refugee" (La mia vita da rifugiato), per lanciare la campagna attraverso il web e le piattaforme digitali di tutto il mondo. 

Il Papa ha voluto ricordare questa particolare giornata sottolineando il particolare ruolo che hanno i credenti nella gestione di questo fenomeno. Dice Benedetto XVI: “ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite. Essa vuole attirare l’attenzione della comunità internazionale sulle condizioni di tante persone, specialmente famiglie, costrette a fuggire dalle proprie terre, perché minacciate dai conflitti armati e da gravi forme di violenza. Per questi fratelli e sorelle così provati assicuro la preghiera e la costante sollecitudine della Santa Sede, mentre auspico che i loro diritti siano sempre rispettati e che possano presto ricongiungersi con i propri cari. Anche quest’anno è stata rispettata la tradizione che vuole illuminati  di blu, il colore dell’Onu, alcuni dei monumenti mondiali più significativi, la sera del 19 giugno. Tra gli altri, ricordiamo il nostro Colosseo, la biblioteca nazionale di Pristina e, in Svezia, l’Ericsson Globe, lo stadio nazionale coperto la cui volta è la più grande al mondo.

Padre Renato Gaglianone

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