In Laterano si discute della crisi economica
Il Cardinale Agostino Vallini, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma ha sottolineato che declinare la parola “crisi” soltanto sotto il profilo economico equivale a impoverire il tema, perché in realtà è un argomento “che va al fondo della questione che è quella della condizione del cuore dell’uomo”. “Un uomo povero interiormente non ha speranza, ha solo paure. Un uomo aperto alla luce di Dio e della fede, non solo ha la forza per superare e affrontare le paure, ma per vivere nella speranza e donare speranza”. Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura ha rilevato che il crack finanziario ha provocato nelle persone sensazioni che attraversano tutto lo “spettro cromatico” che va “dall’algido del colore violetto” al “caldo del rosso”, sottolineando poi che “c’è una necessità che la nostra fede conosca il violetto della disperazione”. Secondo l’Arcivescovo esistono tre tipi di speranza: “la speranza spirituale, interiore e psicologica”; la “speranza che facciamo fiorire nel mondo fisico”, che si prova nei momenti di povertà e di malattia e che “deve stare in comunione con queste sofferenze fisiche”; e infine “una speranza sociale” come nel caso del miracolo della guarigione dei lebbrosi, che erano “scomunicati ed emarginati”. E’ Cristo che “fa fiorire la speranza” e che dona “un po’ di colore”: “la speranza che facciamo fiorire nel mondo fisico, nella povertà ma anche nella malattia”. Mons. Ravasi ha sottolineato l’importanza della responsabilità morale, che si manifesta “soprattutto in due dimensioni”: “da una parte il ritrovare ancora il senso di una solidarietà radicale nell’umanità”, dall’altra parte questa responsabilità “è nell’interno delle strutture stesse”, che “hanno bisogno di avere non prima di tutto le leggi dell’economia, come leggi quasi intangibili, ma di avere la presenza dell’umanità, dell’etica”. Per far fronte alle crisi, ha suggerito, evocando le parole del Papa, un ritorno alla sobrietà, rinunciando in parte “a quel benessere a cui in maniera un po’ ottusa ci eravamo abituati”. Padre Renato Gaglianone |
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