il Punto Coldiretti

La “Chiesa” nella bufera?

In questi ultimi giorni, scorrendo i vari giornali e/o accostandosi ai media in genere, sembra di avere l’anteprima di un nuovo romanzo di Dan Brown. Gli ingredienti ci sono tutti. Corvi, alti prelati, non meglio identificati figure di laici, il tutto per “un complotto” contro il Papa e, soprattutto contro la Chiesa.

Non poco disorientamento si verifica nel popolo dei credenti. Le stesse “estrapolazioni” dall’omelia del Papa in occasione della festa della Pentecoste, sembrerebbero avvalorare la tesi di un Papa attaccato da tutte le parti, dall’esterno e dall’interno della sua Chiesa. Leggendola per intero e affiancandola ai tanti interventi che Benedetto XVI sta facendo nelle varie occasioni in cui è richiesta la sua parola, mai banale o lontana dalla realtà, ci si accorge che il Papa non fa altro che svolgere il suo compito di Pastore della Chiesa.

Quando Benedetto XVI dice: “Tutti possiamo constatare come nel nostro mondo, anche se siamo sempre più vicini l’uno all’altro con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, e le distanze geografiche sembrano sparire, la comprensione e la comunione tra le persone sia spesso superficiale e difficoltosa. Permangono squilibri che non di rado portano a conflitti; il dialogo tra le generazioni si fa faticoso e a volte prevale la contrapposizione; assistiamo a fatti quotidiani in cui ci sembra che gli uomini stiano diventando più aggressivi e più scontrosi; comprendersi sembra troppo impegnativo e si preferisce rimanere nel proprio io, nei propri interessi.“ E’ difficile capire che si riferisce alla Pentecoste che è la festa dell’unione, della comprensione e della comunione umana”?

Oppure quando il Papa dice: “Tra gli uomini non sembra forse serpeggiare un senso di diffidenza, di sospetto, di timore reciproco, fino a diventare perfino pericolosi l’uno per l’altro? Ritorniamo allora alla domanda iniziale: può esserci veramente unità, concordia? E come?” necessariamente deve esprimere una sua lettura dei fatti che riguardano i “segreti” del Vaticano? Anche perché subito risponde alla domanda di sopra quando dice; “La risposta la troviamo nella Sacra Scrittura: l’unità può esserci solo con il dono dello Spirito di Dio, il quale ci darà un cuore nuovo e una lingua nuova, una capacità nuova di comunicare”. Ma allora?

Per non essere portati allo scoraggiamento cerchiamo di dare qualche dritta sulla Natura e la Missione della Chiesa e, conseguentemente del Papa. Per fare questo ci introduciamo alla lettura della Lumen Gentium per cogliere in maniera essenziale e sintetica la natura della chiesa e dalla quale scaturisce tutta la ricchezza di espressione carismatica della comunità cristiana.

Non si può pertanto prescindere dalla Lumen Gentium, la costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II, una specie di carta fondamentale circa l’identità della Chiesa, ciò che la Chiesa dice di sé stessa. Si tratta di un documento di capitale importanza: lo si può intuire anche dal genere con cui viene identificato: è una costituzione promulgata circa 50 anni fa, il 21 novembre 1964.

Sono convinto che una intelligenza della natura profonda della chiesa, nella sua dimensione umano-divina, e ci indicherà i sentieri autentici che la Chiesa deve percorrere per ricondurre sempre la sua testimonianza al motivo per il quale essa esiste, quello di essere nella storia la memoria credente dell’Evangelo di Cristo morto e risorto.

La Lumen Gentium presenta la Chiesa come mistero, cioè come realtà che pur esistendo di fatto, sfugge ad una considerazione prettamente umana. Essa non è costituita solamente da preti e suore ma nel suo insieme si configura come popolo di Dio, strutturato e compaginato come un corpo il cui capo è Cristo: come tutte le membra del corpo umano, anche se numerose, formano un solo corpo, così i fedeli in Cristo formano un corpo solo, in un’unica ma diversificata e variegata compagine.

Particolarmente interessante è il capitolo III della Lumen Gentium (nn. 18-29) laddove si parla di costituzione gerarchica della Chiesa, una gerarchia che è però di servizio, se è vero che la logica del vangelo è che il primo è il servo di tutti, a imitazione di Gesù, che è venuto nel mondo, non ministrari, sed ministrare.Il Cap. IV parla del ruolo dei laici, e il cap. VI dei religiosi. Queste dunque le varie componenti, cioè le membra dell’unico corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa.

Dal momento che la natura della chiesa è umana e divina è inevitabile che l’umanita, che c’e tutta, si porta dietro tutta la ricchezza della diversità. Ma, pur nella diversità, che agli occhi solo umani, può risultare contrapposizione e/o lotta di potere, tutti si è chiamati a essere al servizio della Chiesa/Popolo di Dio.

E su questo vale la pena meditare a livello teologico. Perché non è in gioco soltanto la purificazione della memoria, ma il porsi disarmati di fronte alla Parola di Cristo affinché essa, nella forza dello Spirito, «scruti i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12) e ci indichi oggi dove, perché, come e quando la nostra autocomprensione ed autoconfigurazione ecclesiale è difettosa, incoerente, e persino antievangelica.

In modo che – come conclude il n.8 della LG: “dalla virtù del Signore risuscitato (la Chiesa) trovi forza per vincere con pazienza e amore le sue interne ed esterne afflizioni e difficoltà, e per svelare al mondo, con fedeltà, anche se non perfettamente, il mistero di Lui, fino a che alla fine dei tempi sara manifestato nella pienezza della sua luce”.

Padre Renato Gaglianone

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi