il Punto Coldiretti

La responsabilità educativa

Nel settembre del 2007, alcuni lo ricorderanno, spero, come Consiglieri ecclesiastici ci siamo ritrovati a celebrare il nostro Convegno nazionale che aveva come argomento la “emergenza educativa”.
Allora richiamammo come in Italia la presente stagione è marcata da un’incertezza sui valori, evidente nella fatica di tanti adulti a tener fede agli impegni assunti: ciò è indice di una crisi culturale e spirituale, altrettanto seria di quella economica.  Le cronache di questi ultimi giorni, nella loro tragicità, ci ricordano, purtroppo, l’attualità di quelle sottolineature.  Il Papa stesso il 27 maggio scorso ci ricordava: “Sarebbe illusorio – questo vorrei sottolinearlo – pensare di contrastare l’una, ignorando l’altra. Per questa ragione, mentre rinnovo l’appello ai responsabili della cosa pubblica e agli imprenditori a fare quanto è nelle loro possibilità per attutire gli effetti della crisi occupazionale, esorto tutti a riflettere sui presupposti di una vita buona e significativa, che fondano quell’autorevolezza che sola educa e ritorna alle vere fonti dei valori”.
 
In quel convegno anticipammo, inoltre, quando Benedetto XVI ha evidenziato nel suo messaggio all’ultima Assemblea della Conferenza Episcopale Italiana (maggio 2010). Nel  Messaggio si richiamava come la frontiera educativa costituisce il luogo per un’ampia convergenza di intenti: la formazione delle nuove generazioni non può, infatti, che stare a cuore a tutti gli uomini di buona volontà, interpellando la capacità della società intera di assicurare riferimenti affidabili per lo sviluppo armonico delle persone.

Il Papa continua: “Il compito educativo, valorizza segni e tradizioni, di cui l’Italia è così ricca. Lo Spirito Santo vi aiuti a non perdere mai la fiducia nei giovani, vi spinga ad andare loro incontro, vi porti a frequentarne gli ambienti di vita, compreso quello costituito dalle nuove tecnologie di comunicazione, che ormai permeano la cultura in ogni sua espressione.
I giovani portano una sete nel loro cuore, e questa sete è una domanda di significato e di rapporti umani autentici, che aiutino a non sentirsi soli davanti alle sfide della vita. È desiderio di un futuro, reso meno incerto da una compagnia sicura e affidabile, che si accosta a ciascuno con delicatezza e rispetto, proponendo valori saldi a partire dai quali crescere verso traguardi alti, ma raggiungibil”.

Questi pensieri sono confluiti negli “Orientamenti” pastorali per il prossimo decennio della Chiesa Italiana. E’ dei giorni scorsi, infatti, la pubblicazione da parte della CEI del documento “Educare alla vita buona del Vangelo” Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020.
Da questo documento estrapolo alcuni passaggi interessanti per dare, ove ve ne fosse bisogno, autorevolezza ai percorsi formativi che la Coldiretti ha messo in campo, ormai già da tempo.

I vescovi non si nascondono le difficoltà nel processo di trasmissione dei valori alle giovani generazioni e di formazione permanente degli adulti, ma: “conserviamo la speranza, sapendo di essere chiamati a sostenere un compito arduo ed entusiasmante: riconoscere nei segni dei tempi le tracce dell’azione dello Spirito, che apre orizzonti impensati, suggerisce e mette a disposizione strumenti nuovi per rilanciare con coraggio il servizio educativo. Compito dell’educazione infatti, nella prospettiva di un umanesimo integrale e trascendente c’è la cura del bene delle persone.

Ciò comporta la specifica responsabilità di educare al gusto dell’autentica bellezza della vita, sia nell’orizzonte proprio della fede, che matura nel dono pasquale della vita nuova, sia come prospettiva pedagogica e culturale, aperta alle donne e agli uomini di qualsiasi religione e cultura, ai non credenti, agli agnostici e a quanti cercano Dio. Chi educa è sollecito verso una persona concreta, se ne fa carico con amore e premura costante, perché sboccino, nella libertà, tutte le sue potenzialità. Educare comporta la preoccupazione che siano formate in ciascuno l’intelligenza, la volontà e la capacità di amare, perché ogni individuo abbia il coraggio di decisioni definitive14. Riecheggia in queste parole l’insegnamento del Concilio Vaticano II: «Ogni uomo ha il dovere di tener fermo il concetto della persona umana integrale, in cui eccellono i valori della intelligenza, della volontà, della coscienza e della fraternità, che sono fondati tutti in Dio Creatore e sono stati mirabilmente sanati ed elevati in Cristo».

Non ignoriamo, certo, le difficoltà che l’educazione si trova oggi a fronteggiare. Fra queste, spicca lo scetticismo riguardo la sua stessa possibilità, sicché i progetti educativi diventano programmi a breve termine, mentre una corrente fredda scuote gli spazi classici della famiglia e della scuola. Ma, «Anima dell’educazione, come dell’intera vita, può essere solo una speranza affidabile». La sua sorgente è Cristo risuscitato da morte. Dalla fede in lui nasce una grande speranza per l’uomo, per la sua vita, per la sua capacità di amare. In questo noi individuiamo il contributo specifico che dalla visione cristiana giunge all’educazione, perché «dall’essere ‘di’ Gesù deriva il profilo di un cristiano capace di offrire speranza, teso a dare un di più di umanità alla storia .

Al n. 50 del documento, che vi consiglio vivamente di leggere (lo trovate nel sito: http://www.chiesacattolica.it/), troviamo un passaggio che, a mio parere, ben evidenzia il “profetismo” dell’azione “formativa” della Coldiretti, quasi ad anticipare l’invito: “Ciò richiede il coinvolgimento non solo dei genitori e degli insegnanti, ma anche degli uomini politici, degli imprenditori, degli artisti, degli sportivi, degli esperti della comunicazione e dello spettacolo. La società nella sua globalità, infatti, costituisce un ambiente vitale dal forte impatto educativo; essa veicola una serie di riferimenti fondamentali che condizionano in bene o in male la formazione dell’identità, incidendo profondamente sulla mentalità e sulle scelte di ciascuno.”

Senza crearsi illusioni e consapevoli del cammino che ci aspetta e delle difficoltà che l’impegno per la formazione porta con se, credo si possa essere un pochino orgogliosi di potersi riconoscere imprenditori che rispondono alla sfida educativa: “Favorendo condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori, consapevoli che così è possibile promuovere lo sviluppo integrale della persona, educare all’accoglienza dell’altro e al discernimento della verità, alla solidarietà e al senso della festa, alla sobrietà e alla custodia del creato, alla mondialità e alla pace, alla legalità, alla responsabilità etica nell’economia e all’uso saggio delle tecnologie”.

Padre Renato Gaglianone

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